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L’UDEUR al Centro (di una indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere)

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carlo-camilleriFoto: l’ing. Carlo Camilleri (da Il Mattino)

Agli inizi di novembre scorso Il Mattino- pagina Napoli- ha dato notizia di una inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere su nomine ed incarichi che hanno riguardato l’ex segretario dell’Udeur di Benevento e l’ing. Carlo Camilleri, consuocero del Ministro della Giustizia. Ambedue si difendono dalle colonne dello stesso quotidiano.Pure la signora Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, protesta e difende la famiglia.

Il 15 dicembre Il Mattino torna sull’argomento e da notizia del coinvolgimento nella inchiesta del Prefetto di Benevento, del Presidente del Consiglio di Stato, del Procuratore della Repubblica di Foggia e di tre Magistrati del TAR Campania.

IL MATTINO del 7-11-2007

Asi di Benevento, il pm chiama Bassolino

Si muove la Procura di S. Maria Capua Vetere Sequestrati atti e delibere a Palazzo Santa Lucia.

di

Rosaria Capacchione

Appalti. Forniture. Affidamenti di lavori e di incarichi professionali da parte degli enti di emanazione regionale, da quei consorzi che amministrano le aree di sviluppo industriale e le bonifiche dei grandi fiumi inquinati.


Un fiume di denaro che passa attraverso organismi autonomi ai quali, però, i fondi in bilancio arrivano prevalentemente dalla Regione Campania. È questo il filone d’inchiesta al quale sta lavorando da qualche mese la Procura di Santa Maria Capua Vetere. Un’indagine che ha il suo punto di origine in quelle su Angelo Brancaccio, consigliere regionale eletto nelle liste dei Ds (e recentemente passato all’Udeur) ed ex sindaco di Orta di Atella, ma che ha preso tutt’altra direzione: dalla provincia di Caserta a quelle di Benevento e Salerno. E che ha portato al sequestro di atti e delibere, presso la sede della giunta regionale, e alla notifica di un invito a comparire al governatore. Antonio Bassolino dovrà essere sentito nei prossimi giorni, probabilmente già domani o venerdì, dal pm Alessandro Cimmino (lo stesso magistrato che ha coordinato le indagini su Brancaccio e quelle che hanno portato, nel giugno scorso, all’arresto dell’ex direttore generale della Provincia di Caserta, Anthony Acconcia, e di due consiglieri provinciali dell’Udeur), per spiegare la ragione per la quale firmò il decreto con il quale modificava la nomina del commissario del consorzio Asi di Benevento. I carabinieri che hanno notificato il provvedimento hanno anche acquisito alcuni documenti, tra i quali appunto il decreto e gli allegati contenuti nel fascicolo. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, nella sostituzione di Luigi Abate alla guida dell’ente che gestisce l’area industriale di Benevento potrebbero essere ravvisati gli estremi dell’abuso d’ufficio. Ma la convocazione di Bassolino in Procura lascia intendere che l’invito a comparire, che vale come avviso di garanzia, sia solo un passaggio marginale dell’inchiesta, di ben più ampia portata. Indagine che riguarderebbe soprattutto l’affidamento degli appalti e il conferimento di incarichi professionali, attività di competenza dei consorzi e sulla quale c’è il massimo riserbo. Tra i lavori finiti nel mirino, un appalto a Cerreto Sannita (la cui documentazione è già stata acquisita dalla Procura presso il Comune) affidato a tre progettisti tra i quali l’ingegnere Carlo Camilleri, consuocero del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ci sarebbero poi imprenditori già interrogati nella veste di persone informate sui fatti per spiegare le modalità di assegnazione delle commesse. A beneficiare del trattamento di favore sarebbero state, secondo alcune indiscrezioni, ditte che operano in prevalenza in provincia di Benevento ma anche in provincia di Salerno, dove sono in corso ingenti investimenti per la bonifica del Sarno e del Sele. Interventi per i quali i consorzi interessati ricevono ogni anno ingenti contributi proprio dalla Regione Campania e la cui attività, secondo l’ipotesi investigativa, sarebbe nella sostanza appannaggio quasi esclusivo di alcuni imprese «di fiducia». Affidamenti che passerebbero attraverso consulenti e manager scelti con il preciso intento di assecondare i piani della cordata di imprenditori e dei loro sponsor politici. Ipotesi ancora tutta da verificare.

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IL MATTINO del 8-11-2007

Nomine e appalti pilotati, l’Udeur nel mirino

di Rosaria Capacchione

Una pratica all’ufficio urbanistico di Cerreto Sannita. Un’altra a quello di Matera, un’altra ancora a Salerno. E poi il fascicolo relativo alla costruzione del nuovo padiglione di medicina, appaltato dall’azienda ospedaliera di Caserta due anni fa.

In comune c’è un nome, quello dello studio di progettazione che fa capo a Carlo Camilleri, ingegnere di Benevento, presidente dell’Autorità di bacino del Sele, consuocero del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Sono gli atti amministrativi, preliminari all’affidamento dei lavori di bonifica di alvei fluviali o di realizzazione di opere edili, acquisiti o sequestrati dai carabinieri e sui quali sta indagando la Procura di Santa Maria Capua Vetere. Pratiche che presenterebbero alcune anomalie tecniche e che, in qualche caso, sarebbero state annullate dallo stesso committente. È accaduto, per esempio, all’appalto casertano: lo scorso anno la direzione generale destinò i fondi, già stanziati, alla ristrutturazione di altri reparti; la costruzione del padiglione nuovo saltò e con essa la gara alla quale lo studio Camilleri aveva partecipato, risultando quarto, ma che sarebbe stata ugualmente aggiudicata alla sua impresa in virtù della rinuncia delle altre tre ditte. È sulle ragioni delle defezioni delle tre imprese, come sull’iter che ha portato alla nomina «anomala» di Gino Abbate ai vertici del consorzio Asi di Benevento che si sta soffermando l’attenzione degli investigatori. Uno stesso filone d’indagine, che sembra ruotare attorno a ditte e a professionisti, tutti legati all’Udeur, che al momento ha prodotto un avviso di garanzia al presidente della giunta regionale, Antonio Bassolino, indagato per abuso d’ufficio. Il governatore della Campania avrebbe dovuto essere interrogato già ieri mattina, data fissata nell’invito a comparire notificatogli nei giorni scorsi; l’appuntamento sarebbe slittato a domani. Nella contestazione si fa riferimento, appunto, alla nomina di Abbate, che risale al dicembre dello scorso anno, decisa attraverso un’ordinanza presidenziale che ratificava una decisione della giunta regionale. Ma quel posto, secondo la tesi sostenuta dal presidente uscente del consorzio, era stato creato ad arte dal nulla, commissariando l’ente e poi affidandolo non più, come concordato in sede politica, a un esponente diessino ma a un uomo dell’Udeur, che del partito di Mastella era stato anche segretario cittadino a Benevento. Abbate in tempi recentissimi è stato contestato per la gestione dell’area industriale di Ponte Valentino dove ha localizzato un impianto, finanziato dalla Regione, per la produzione di biomasse destinato ad alimentare l’ospedale e il tribunale di Benevento. Un’interferenza indebita, ha sempre sostenuto Pellegrino Paolucci, l’ex presidente Asi, che quella nomina aveva contestato pesantemente. Interferenze sulle quali sarebbe stato chiesto conto anche ai manager e agli imprenditori esclusi dagli appalti, sentiti come persone informate sui fatti nelle ultime settimane dal pm Alessandro Cimmino e dai carabinieri, interessati a sapere se, e da chi, ci sono state pressioni per la rinuncia agli appalti o agli affidamenti di importanti incarichi professionali. Pressioni politiche da parte di esponenti dell’Udeur anche di primissimo piano, come il segretario provinciale di Caserta Nicola Ferraro (che è presidente della prima commissione del consiglio regionale), il presidente del consiglio regionale Sandra Lonardo (sia l’Asi sia le aziende ospedaliere ricevono i finanziamenti dalla Regione) o lo stesso Guardasigilli. Massimo riserbo sulle risposte date dalle persone interrogate, silenzio comprensibile vista la delicatezza dell’indagine e il ruolo (familiare, prima che imprenditoriale) del professionista – Carlo Camilleri – beneficiario delle commesse sulle quali sono in corso le indagini. Molte delle gare alle quali ha partecipato l’ingegnere di Benevento sarebbero state indette in provincia di Caserta tra il 2004 e il 2006 e riguarderebbero, oltre alla costruzione del nuovo padiglione dell’ospedale di via Tescione, anche lavori di bonifica e di consolidamento commissionati dai consorzi intercomunali per lo smaltimento dei rifiuti, come il Ce1
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Gianni De Blasio: intervista a Gino Abbate.

È da meno di un anno alla guida dell’Asi di Benevento, ma è già avvilito. E non c’entra affatto l’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha sequestrato atti e delibere in Regione.
Anzi. Dopo aver premesso che l’Area di sviluppo industriale non c’entra con gli appalti assegnati a Cerreto («Non abbiamo zone Asi in quel Comune») e che, per quanto riguarda la sua nomina, a suo giudizio dal punto di vista amministrativo «Bassolino è perfettamente in regola, come sentenziato dal Tar di Napoli», Gino Abbate ha da recriminare proprio verso Palazzo Santa Lucia: «In questi mesi – afferma – abbiamo prodotto tanto dal punto di vista progettuale, ma scontiamo il solito napolicentrismo e attendiamo invano i necessari finanziamenti per poter operare».
E, a conferma del suo impegno, Abbate ricorda che figurerà tra i relatori del convegno internazionale che si terrà venerdì prossimo all’Università di Barcellona, dove illustrerà la «Strategia di sviluppo e trasformazione applicata ad un’area industriale nel contesto della città di Benevento».
Eppure, la nomina di Abbate a commissario (è in carica dal 4 gennaio) fu quasi un ripiego: l’Udeur, partito di cui era presidente provinciale e segretario cittadino, gli aveva garantito da tempo il vertice dell’Iacp che, invece, passò alla Margherita in cambio dell’appoggio al candidato sindaco mastelliano, dopo una estenuante trattativa che paralizzò per alcune settimane l’attività della giunta regionale. Ma anche ottenere la poltrona dell’Asi risulterà faticoso: furono i Ds ad insorgere e, fatto insolito, l’obiettivo della Quercia sannita fu la Regione Campania, quindi lo stesso Bassolino. Quel vertice, ricordarono i Ds, spettava a loro come, peraltro, concordato pure in occasione di un summit tenutosi tra Fantini ed Errico dell’Udeur, nonché Mario Pepe della Margherita.
«Certo, un documento scritto non c’è – spiegò il responsabile provinciale Insogna – ma credo che tra galantuomini non sia necessario, visto che in tale occasione venne riaffermato il nostro diritto ad esprimere il vertice del Consorzio industriale».
Ma Bassolino firmò il decreto di nomina del commissario straordinario. La Quercia esternò il proprio dissenso al capo della segreteria politica del Presidente della giunta regionale, Gianfranco Nappi, nonché al segretario regionale dei Ds, Enzo Amendola: la segreteria provinciale di Benevento rilevava che, nominando un udeurrino, si andava a premiare l’aspirazione di una parte politica, «mortificando il nostro partito, chiamato sempre all’esercizio di una responsabilità politico-istituzionale, ormai non più sostenibile».
I Ds, pertanto, chiesero la revoca del provvedimento adottato dalla giunta regionale, cosa che non avvenne nonostante la decisione del presidente avesse registrato il disappunto persino di Costantino Boffa, fino a pochi mesi prima braccio destro del governatore, che la definì «inopportuna e discutibile anche dal punto di vista amministrativo». L’atto, impugnato dal comitato direttivo dell’Asi, fu però considerato legittimo dal Tar.

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Sandra Lonardo: un attacco alla mia famiglia

«Sono indignata, si facciano i nomi. Mai nella mia vita ho partecipato ad appalti. E’ un attacco alla mia famiglia. Non si fanno i processi sulle cose dette, i magistrati facciano il loro lavoro in silenzio».
«Bisogna scrivere quando le persone sono condannate, ma non si possono fare processi sulla stampa di cose inventate. Sono dispiaciuta perché la dignità delle persone viene calpestata. E’ una storia davvero brutta».

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Fantini: manovra contro Clemente, una persecuzione.
La parola complotto è troppo grossa. E infatti non la pronuncia. Però, il segretario regionale dell’Udeur Antonio Fantini nei fatti e nelle inchieste di questi giorni legge troppe coincidenze per non poter pensare a una manovra che abbia come bersaglio un partito e un uomo. Il partito è l’Udeur, l’uomo è Clemente Mastella. Perché fa cattivi pensieri? «Lo scenario è inquietante, ogni giorno salta fuori una storia. Ora spunta quest’inchiesta sull’Asi di Benevento. Bene, la magistratura faccia il proprio lavoro, però a me l’aria che tira proprio non piace». Che aria tira? «Non penso che sia tutto orchestrato ma mi sembra evidente che ci sia una campagna contro l’Udeur e contro Mastella». È una campagna manovrata? «Può essere. Certo, quando leggi alcune cose che sanno di persecuzione un dubbio ti viene». Luigi Abbate, il commissario dell’Asi Benevento, è dell’Udeur? «Sì, e non vedo quale sia lo scandalo». Però Bassolino per quella nomina deve rispondere a un pm. Niente da dire? «Dell’inchiesta non so nulla. So, invece, che c’è una facoltà politica di nominare o rimuovere un commissario. Bassolino ha esercitato quella facoltà. Ha nominato Abbate, peraltro con una delibera votata in giunta all’unanimità». Nell’inchiesta c’è un appalto per lavori a Cerreto Sannita, in provincia di Benevento. E fra i tre progettisti c’è anche l’ingegnere Carlo Camilleri, consuocero di Mastella. Gira e rigira, tutte le strade portano a Ceppaloni? «Appunto, che c’entra Mastella? O meglio, c’entra solo perché l’ingegnere Camilleri, professionista affermato e di riconosciuta competenza, è il consuocero? Forse Camilleri non può più lavorare perché parente di un politico famoso? No, io a questa logica non ci sto». Però, motivi di opportunità potrebbero suggerire metodi e scelte diversi? «Il discorso è più lungo e complesso e imporrebbe, a tutti, di non lasciarsi trascinare dall’ipocrisia. Se affido i lavori a un’azienda seria, di fiducia, che svolge bene il compito che le è stato affidato, finisco sotto inchiesta perchè magari mi contestano di aver favorito la ”solita” azienda; se affido gli stessi lavori con una gara al massimo ribasso solo perchè devo far vedere che risparmio finisco lo stesso sotto inchiesta perché dopo un mese quei lavori sono da rifare e alla fine mi saranno costati il triplo. E allora, domando, qual è la strada migliore?». Dunque, meglio affidarsi a consulenti amici? «Meglio affidarsi a professionisti preparati, competenti, di fiducia. Ma perché, gli altri come scelgono i consulenti, i progettisti? Cascetta come li sceglie? E Cozzolino? E gli altri assessori? Ognuno sceglie gli esperti che ritiene più affidabili, esercitando una facoltà politica e assumendosi una responsabilità politica». Lei parla di manovra. Chi la favorisce? «Paradossalmente, la colpa è innanzitutto della politica, della sua debolezza. Oggi la politica, ed è un discorso che vale per tutto il Paese, non è capace di dare risposte e la sua debolezza offre il fianco a manovre diverse. Da un certo punto di vista, mi sembra di rivivere il clima del ’92». In cui l’obiettivo è Mastella? «Mastella è senz’altro uno degli obiettivi. Del resto, basta dare uno sguardo a quanto succede in giro per rendersene conto». Domani inizia il congresso regionale dell’Udeur. Sarà un congresso caldo? «Sarà un congresso che cercherà di dare risposte politiche ai problemi della gente»
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IL MATTINO del 10-11-2007

Lettera diCamilleri a Il Mattino: sul mio nome esasperato scandalismo

La replica: siamo mossi solo dal dovere di cronaca

«Ho appreso dal suo giornale che sono in atto indagini da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere che riguardano la mia persona in relazione ad alcuni appalti di servizi (e non “affari” come capziosamente asserito dal giornalista) aggiudicati a me personalmente o a Società di Ingegneria di cui sono quotista, in raggruppamento con altri professionisti o società.
Ritengo doveroso, al riguardo, fare tre osservazioni.
1. Al momento in cui scrivo non mi è stato notificato alcun atto giudiziario che mi riguardi, per cui – per il profondo rispetto che nutro per le istituzioni ed in particolare per la magistratura – ritengo doveroso non esprimere alcuna valutazione in relazione a quanto apprendo dai giornali. Ben venga, comunque, qualsiasi indagine sulle prestazioni di servizi che mi sono state aggiudicate, fiducioso come sono che l’esito finale di tali indagini non potrà che evidenziare l’estrema correttezza del mio operato, riaffermando la mia professionalità ed onorabilità.
2. Trent’anni di onorata attività professionale, svolta ai massimi livelli per qualità delle prestazioni e per importanza delle commesse, non possono essere offuscati da reportages giornalistici superficiali, scandalistici e finalizzati solo al discredito delle persone, ma privi di qualsiasi approfondimento o conoscenza di fatti e di situazioni. La mia competenza professionale nel settore della edilizia ospedaliera, della ingegneria idraulica e della difesa del suolo è nota a tutti gli addetti ai lavori, ed è documentata dai tanti incarichi professionali svolti in tutto il territorio nazionale, fuori ed al di là di ogni e qualsiasi appartenenza politica degli amministratori. In proposito trovo estremamente scorretto insinuare subdolamente che sarei stato agevolato a scapito di concorrenti qualificati: anche un superficiale esame del mio curriculum professionale potrà escludere in maniera categorica qualsiasi evenienza di questo tipo.
3. Da ultimo mi sia consentita una notazione sui rapporti con la famiglia Mastella: da circa un anno, ad antichi legami di profonda stima ed amicizia personale, si sono aggiunti quelli di parentela. Ebbene, da quando ciò è avvenuto ho ritenuto opportuno rinunziare ad ogni incarico in campo politico e, in quello professionale, più volte ho deciso di arretrare di fronte ad opportunità lavorative pur di non offrire il destro a malevoli illazioni. Tanto dichiaro a prova di smentita, per la mia personale onorabilità e deontologia e per il profondo rispetto che nutro verso i miei consuoceri che rivestono cariche politiche ed istituzionali di primissimo piano e che, credo, debbano essere lasciati fuori da ogni illazione giornalistica.
Carlo Camilleri

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La Risposta di Rosaria Capacchione, la giornalista che ha firmato gli articoli relativi alla inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere

Nelle more di un’indagine in corso, non posso che concordare sul fatto che sarà, appunto, la magistratura a chiarire natura e legittimità degli appalti oggetto dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Ed è di questa che, senza scandalismo alcuno, è stato dato atto con l’unica finalità di adempiere al dovere di cronaca”

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IL MATTINO del 15-12-2007

Falso e corruzione, bufera su giudici e prefetti

I pm di S. M. Capua Vetere: lobby per scambi di favori Il caso partito da una multa annullata all’ingegnere.Inchiesta Mastella-Camilleri: chieste sette misure interdittive, anche per il presidente del Consiglio di Stato

di Rosaria Capacchione

Dalle nomine alle multe stracciate, dalla politica alla gestione di Asl o di comunità montane. Passando attraverso l’amico sindaco o la sentenza giusta, piegando la giustizia amministrativa alle necessità degli amici o dei colleghi di cordata. Una rete, un patto di mutuo soccorso, che ruota attorno a uomini dell’Udeur e che arriva ai piani alti dello Stato. Sette le richieste di misura interdittiva presentate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere al gip. Sette indagati eccellenti che rispondono, a vario titolo, di corruzione, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio. Nell’elenco dei pm Alessandro Cimmino e Maurizio Giordano compaiono il presidente del Consiglio di Stato, Paolo Salvatore; il capo della Procura di Foggia, Vincenzo Russo; il prefetto di Benevento, ex prefetto vicario a Caserta, Giuseppe Urbano; tre giudici amministrativi del Tar Campania, Carlo D’Alessandro, Ugo De Maio e Francesco Guerriero; un vigile urbano in servizio ad Alvignano, Luigi Treviso. Ieri pomeriggio, in gran segreto, i primi interrogatori di garanzia (che nel caso di richiesta interdittiva vengono effettuati anticipatamente). Prima è toccato al vigile Treviso, difeso dagli avvocati Carlo Grillo e Vittorio Giaquinto. Per lui l’accusa è di aver annullato il verbale di una contravvenzione, su richiesta dell’allora sindaco di Alvignano (Domenico Bove, dell’Udeur, arrestato nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto anche l’ex direttore generale della Provincia di Caserta, Anthony Acconcia) e in favore di Carlo Camilleri, consuocero del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Dopo a Giuseppe Urbano, casertano, da un paio di anni a capo dell’Ufficio di governo a Benevento. Indagato per falso ideologico, assistito dagli avvocati Giuseppe Fusco e Vittorio Giaquinto, ha spiegato al gip Francesco Chiaromonte l’iter che, nel marzo scorso, portò all’elezione del presidente della comunità montana del Taburno. Elezione sulla cui regolarità il prefetto ha espresso, a distanza di pochi mesi e sulla scorta di una sentenza del Tar di Salerno, due differenti pareri. Ma sono gli interrogatori di oggi quelli più attesi e più delicati. Nel pomeriggio, al secondo piano del Palazzo di Giustizia, compariranno il presidente del Consiglio di Stato, i tre giudici amministrativi e il procuratore di Foggia. Delle accuse a loro carico si sa, al momento, ben poco. Cioè, solo i reati per i quali sono indagati: De Maio, D’Alessandro e Guerriero di rivelazione di segreto d’ufficio (De Mario anche di tentato abuso d’ufficio); il presidente Salvatore e il procuratore Russo di rivelazione di segreto d’ufficio (il primo), abuso d’ufficio e corruzione in atti giudiziari. Paolo Salvatore, iripino di nascita, presidente aggiunto del Consiglio di Stato, è stato nominato ai vertici di Palazzo Spada il 26 ottobre scorso. Fu lui, il 17 aprile scorso, a presiedere il collegio che diede il via libera alla nomina di Vincenzo Russo a capo della Procura di Foggia. Nomina che risale al marzo del 2005 e che fu impugnata da Giovanni Colangelo, procuratore aggiunto a Bari, che contestò i criteri di scelta adottati dal Csm. Vincenzo Russo, napoletano, ex pm ed ex giudice istruttore a Napoli (si occupò, tra l’altro, di quell’anticipo di tangentopoli che portò all’arresto per corruzione dell’assessore regionale Armando De Rosa), dopo un periodo trascorso al Secit era rientrato in sede nel 2004, andando a presiedere la III sezione penale del Tribunale. Nel marzo dello scorso anno era stato oggetto, assieme al pm Giuseppe Gatti, di un progetto di attentato.

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L’Udeur al centro delle indagini

Lo scenario che si intravede racconta di interferenze, pressioni, scambi di favori. E di una sorta di rete di mutua assistenza – gestita o amministrata da uomini dell’Udeur – nella quale trovano posto alti funzionari dello Stato, magistrati amministrativi, politici e imprenditori. La somma di tanti piccoli episodi, apparentemente scollegati, costituisce il fascicolo dell’inchiesta all’esame del gip Francesco Chiaromonte e della quale si erano avute le prime avvisaglie poco più di un mese fa, con la notifica di un invito a comparire al governatore della Campania, Antonio Bassolino. E quasi in contemporanea, con gli interrogatori di persone informate sui fatti e i sequestri di atti, delibere, verbali di gara: all’ufficio urbanistico di Cerreto Sannita, Matera, Salerno e all’azienda ospedaliera di Caserta. Il filo conduttore è fornito da un nome: Carlo Camilleri (nella foto), ingegnere di Benevento, presidente dell’Autorità di bacino del Sele, consuocero del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Quegli atti amministrativi, preliminari all’affidamento dei lavori di bonifica di alvei fluviali o di realizzazione di opere edili, sono finiti nel fascicolo dei pm di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Cimmino e Maurizio Giordano. Un’inchiesta, coordinata dallo stesso procuratore Mariano Maffei, nel quale sarebbero indagate a vario titolo una quindicina di persone e che è giunta alle battute finali. Tutte le pratiche acquisite o sequestrate presenterebbero alcune anomalie tecniche, come il doppio parere fornito dal prefetto di Benevento sulla nomina della commisione che doveva eleggere il presidente della comunità montana del Taburno. O come l’annullamento della gara per la costruzione del padiglione di medicina a Caserta. Un’altra istuttoria anomala sarebbe quella che aveva portato, un anno fa, alla nomina di Gino Abbate ai vertici del consorzio Asi di Benevento. r.cap

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