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Il sogno della casa a prezzi agevolati diventa l’incubo di una intera città per gli espropri non completati.

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Da Il Sannio Quotidiano del 12 novembre 2012

Espropri, centinaia di famiglie costrette a ripagarsi la casa.
La questione riguarda 622 alloggi Iacp, ma anche quelli Virgo fidelis, Italia Mia, Concordia e del piano di Zona Fontanelle.

di Teresa Ferragamo

Era stato il sindaco Fausto Pepe a lanciare l’allarme: “Se fossi il proprietario di uno di quegli immobili, comincerei a temere ripercussioni”. Insomma, la questione espropri rischia di esplodere da un momento all’altro, con effetti che possono rivelarsi devastanti con centinaia di cittadini costretti a pagare una cifra neppure tanto bassa a integrazione del prezzo di vendita.

Come nasce il caso espropri

L’esproprio dei terreni era affidato a soggetti delegati (Iacp, consorzi e cooperative) che avrebbero dovuto pagare i terreni ed intestarli al Comune che contestualmente, con convenzione urbanistica, concedeva loro gli stessi suoli in diritto di superficie per 99 anni. Le procedure di questo tipo, iniziate alla fine degli anni ’80 hanno prodotto moltissimi ricorsi da parte dei proprietari dei terreni che, in gran parte, hanno visto il Comune soccombente, condannato a pagare milioni di euro per espropri non completati da parte dei soggetti delegati, oppure per terreni pagati per un valore che la Corte di appello ha ritenuto troppo basso. Ogni tanto, in genere in occasione di sentenze di condanna, la questione “espropri” è ricomparsa sulla scena politico-amministrativa per poi inabissarsi di nuovo e tornare all’attenzione dei soli addetti ai lavori. Da circa un anno, però, le sentenze per espropri delegati sono tornate prepotentemente all’attenzione e non solo degli amministratori. Un campanello di allarme era stato suonato alcuni mesi fa dall’associazione Altrabenevento che aveva attribuito proprio alle vertenze per il costo degli espropri dei terreni, la ragione dei maggiori costi pretesi dallo Iacp per la vendita di 622 alloggi realizzati a partire dagli anni ’90 su suoli in località Santa Maria degli Angeli, Fontanelle, Pacevecchia e Capodimonte.

Non solo Iacp

Ma quelle famiglie non sono le uniche che potrebbero essere costrette a pagare a distanza di anni una corposa integrazione sul prezzo della casa a causa del ventennale contenzioso tra proprietari dei terreni, Comune di Benevento e soggetti delegati. Di certo saranno costretti a pagare integrazioni consistenti, i proprietari degli alloggi costruiti dalle cooperative Virgo Fidelis (alloggi 12), Italia Mia (12 alloggi) e Concordia (alloggi 13) delegate dal Comune ad espropriare i suoli tra via Pace Vecchia e via Avellino (lungo via Luigi Intorcia ) per la superficie complessiva di 18.200 mq. Infatti il proprietario dei suoli, (Erennio Parente) assistito dall’avvocato Silvio Ferrara, ex assessore comunale all’Urbanistica, ha prodotto ricorso ed ha avuto ragione in diversi gradi di giudizio conclusi nel 2009 con la condanna del Comune, in solido con le predette cooperative a pagare 1.300.000 euro per occupazione usurpativa e valore dei terreni irreversibilmente trasformati per la costruzione di edilizia convenzionata. La sentenza della Corte di Appello stabilisce di preciso le somme dovute dal Comune e dalle singole cooperative (curiosità: quando la sentenza fu notificata al Comune, Ferrara era dirigente al Settore Urbanistica – ottobre 2008 ottobre 2009).

La Cooperativa Italia Mia viene chiamata in giudizio anche da altri proprietari dei terreni interessati alla costruzione degli alloggi di edilizia convenzionata, eredi di Tarantino Carmine (avvocato Gaetano Del Vecchio) per l’occupazione dei propri terreni e condannata in solido con il Comune di Benevento a pagare 450.000 euro per occupazione usurpativa e risarcimento per mancato godimento del bene (un rudere con circa 2.500 metri quadrati).

Rischiano di vedersi recapitare a breve richiesta di integrazione sul prezzo di acquisto degli alloggi anche le numerose famiglie che da tempo abitano gli alloggi costruiti nell’ambito del piano di Zona Fontanelle, lungo via Avellino. L’area era in origine estesa 235.000 mq. ma parte di essa è stata utilizzata per costruire l’asse interquartiere. Una parte delle cooperative delegate agli espropri ha concluso gli accordi con i proprietari dei terreni per il prezzo di esproprio o cessione bonaria. Altri proprietari, invece, hanno chiamato in giudizio il Comune e i soggetti delegati per occupazione usurpativa. Le aree interessate al contenzioso, che ammonta a circa 9 milioni di euro, sono estese più di 60.000 metri quadrati sui quali sono stati realizzati i seguenti alloggi: Ex Ciseb – 50 alloggi (dei 122 previsti); Consorzio Altair- 50 alloggi; Coop. Aurora- 9 alloggi; Coop. Primavera – 12 alloggi; Coop. Sagittario – 20 alloggi; Coop. La Fiorente – 15 alloggi; Coop. Quadrifoglio- 10 alloggi.

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I numeri che il Comune non ha mai fornito:

Aree interessate agli espropri che hanno prodotto contenzioso: 353.700 mq (20.700 mq via Intorcia + 60.000 mq Fontanelle + 224.000 mq varie zone IACP + 49.000 Santa Colomba)

Ammontare delle spese (pagate o da pagare) a seguito di sentenze: circa 18 milioni di euro (15 ancora da pagare), più 3.200.000 per il contenzioso con CON.CA. (si definisce a fine novembre in Corte di Appello).

Alloggi (coinvolti nel contenzioso) realizzati su tali aree: 899 (37 via Intorcia + 166 Fontanelle + 622 IACP + 164 IACP Santa Colomba) eventualmente + 42 CON.CA.

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L’edilizia residenziale: a Benevento oltre 100 cooperative hanno costruito con le agevolazioni

La legge n. 457 del 1978 “Norme per l’edilizia residenziale” e diverse successive norme di integrazione e modifica hanno previsto contributi che la Regione può concedere agli acquirenti di alloggi di edilizia residenziale non di lusso che rientrano nei limiti di reddito stabiliti da leggi nazionali o regionali. Gli alloggi potevano essere realizzati dagli enti locali, dall’Istituto autonomo case popolari o da imprese di costruzioni che vendevano gli alloggi alle famiglie aventi diritto, a prezzi definiti con apposite convenzioni dal comune, detraendo il contributo riconosciuto all’acquirente che la Regione accreditava direttamente ai costruttori. Gli appartamenti potevano essere realizzati anche dalle cooperative di abitazione costituite direttamente dalle famiglie che possedevano i requisiti richiesti per i contributi regionali.

A Benevento sono quasi 100 le cooperative che hanno costruito con queste agevolazioni alle quali si aggiungono Iacp e costruttori vari. Il Comune non ha mai fornito il numero complessivo di alloggi realizzati con contributi regionali su suoli da espropriare, ma dai dati risulta che il sogno della abitazione per molti è diventato un incubo.

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Il fallimento del consorzio CISEB

Contenzioso, Comune già condannato a pagare 8 milioni di euro

Il contenzioso tra i proprietari dei terreni (assistiti in gran parte dall’avvocato Silvio Ferrara e in un caso da Domenico De Chiaro) ha già visto il Comune condannato in solido con il Ciseb per circa 8 milioni di euro. Il Consorzio Imprese Sperimentazione Edilizia Benevento, presieduto da Costantino Rozzi, che fu costruttore dello stadio Santa Colomba e presidente negli anni 80 dell’Ascoli Calcio, è fallito nel 1994 e il Comune non ha mai fatto richiesta di inserimento nel fallimento tutt’ora aperto. Per i 50 alloggi completati ed abitati, né il Ciseb né gli acquirenti hanno pagato gli espropri dei suoli o il corrispondente diritto di superficie. Il Comune sta valutando in questi giorni su chi rivalersi (inserirsi nel fallimento del Ciseb o richiedere il pagamento alle 50 famiglie). Anche il Consorzio Altair assegnatario di diversi lotti per la costruzione di 50 alloggi, viene citato in giudizio dai proprietari dei terreni occupati e condannato a pagare, in solido con il Comune di Benevento (diversi milioni di euro, difficile quantizzare). Lo scorso 11 ottobre, però, l’avvocato Mario Chiusolo che difende il Comune in tali giudizi ha comunicato che da una recente Consulenza Tecnica depositata in Tribunale emerge che diverse porzioni di terreno delle stesse particelle sono state considerate e calcolate in diversi giudizi, tanto che il Comune rischia di pagare due volte circa 3.000 mq di suoli. Scrive pertanto l’avvocato Chiusolo “è emerso che relativamente alle aree assegnate a Ciseb ed Altair erano state incluse anche aree assegnate alle Cooperative La Fiorente, Sagittario e Quadrifoglio per cui i proprietari dei terreni avevano già promosso altri giudizi”. La cooperativa Aurora (9 alloggi) è anch’essa chiamata in giudizio per occupazione usurpativa di terreno ma il processo è ancora in corso al Tribunale di Benevento. Insomma è davvero un rompicapo quello dei suoli di Fontanelle e il Comune sta valutando se e come presentare ricorsi anche per le sentenze passate in giudicato. All’esito di tali valutazioni e delle decisioni conseguenti dei giudici, si capirà quali saranno le somme a carico del Consorzio Altair (50 alloggi) e delle cooperative La Fiorente (15 alloggi), Sagittario (20 alloggi) e Quadrifoglio (10 alloggi). Una importante novità, questa volta positiva per Altair e Comune e Iacp, è stata recentemente comunicata ancora dall’avvocato Chiusolo. Riguarda il valore dei terreni occupati sempre in contrada Fontanelle per la costruzione di alloggi Altair e Iacp, che era stato finora calcolato in € 104.000 a mq dai Consulenti Tecnici dei Tribunali. Ora scrive Chiusolo che la Corte di Appello accogliendo la sua richiesta, “ha nominato nuovo Ctu, il professore ingegnere Vincenzo del Giudice di Napoli il quale ha determinato in €. 36,00 circa il valore delle aree assegnate a Iacp ed Altair, sempre alla data del luglio 97”. Insomma un bel risparmio, quasi il 33% per il Comune, Altair e Iacp, quindi, anche per gli acquirenti di quegli alloggi, perché l’avvocato Chiusolo conclude la sua lettera al Comune annunciando: “sicuramente la Corte di Appello farà proprie le risultanze di questa Ctu che vi garantisco, saranno difficilmente smontabili dalle avverse difese”. Curiosità: la parte avversa, cioè gli avvocati di controparte sono Silvio Ferrara e Gaetano Del Vecchio (attuale presidente Iacp). Alla fine di novembre si decide innanzi alla Corte di Appello il contenzioso con la Con.Ca. la società che ha realizzato, in parte, il Piano di Recupero di via Galanti. Il Comune ha rescisso la convenzione attribuendo al costruttore diverse gravi inadempienze. La decisione del Collegio arbitrale che ha dato ragione alla Con.Ca. condannando il Comune a pagare 3.200.000 euro è stata dichiarata non esecutiva dalla Corte di Appello che adesso dovrà pronunciarsi nel merito. Sono coinvolte ed interessate all’esito del contenzioso:18 famiglie per alloggi non completati, 24 famiglie per appartamenti non realizzati.

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Alloggi IACP Capodimonte

Iacp, la storia infinita: tremano i proprietari degli alloggi. Potrebbero essere costretti a pagare corpose integrazioni.

Per la costruzione di 622 alloggi (da diversi mesi al centro della polemica per la richiesta di integrazione del prezzo di vendita di circa 25.000 in media a famiglia) il Comune di Benevento con la convenzione repertorio 219610 firmata il 28 ottobre 1993 tra il Commissario straordinario dell’ente e il presidente dello Iacp, Antonio Tinessa (ex assessore comunale fino a novembre 1992) aveva delegato l’istituto ad espropriare i terreni con le seguenti precisazioni: “Il concessionario (Iacp) delegato alle operazioni di esproprio dovrà curare tutti gli adempimenti relativi a proprie spese, fino alla trascrizione nei competenti uffici immobiliari e catastali degli atti di esproprio o acquisizione bonaria delle aree in favore del Comune di Benevento, con vincoli di superficie per il concessionario. Tutti gli atti connessi all’esproprio vanno condotti in nome e per conto del Comune di Benevento e sotto la piena responsabilità del concessionario”.

Complessivamente le aree assegnate per la costruzione dei 622 alloggi in via Avellino (ampliamento piano di Zona Fontanelle), Pacevecchia (lungo il Torrente San Nicola), Pacevecchia-bivio Perrillo; Santa Maria degli Angeli e Capodimonte hanno un’estensione totale di 224.000 mq. Per gran parte delle particelle interessate, è stato presentato atto di citazione in giudizio del Comune e dello Iacp da parte dei proprietari dei terreni, perché non sempre lo Iacp ha provveduto a pagare tutti i terreni occupati o ha acquisito gli stessi bonariamente e di conseguenza. Il Comune e l’Istituto Case Popolari sono stati condannati a pagare, “in solido” per la occupazione abusiva e la acquisizione dei terreni a valore di mercato, come hanno stabilito diversi Consulenti dei tribunali. In qualche caso, come è accaduto a Capodimonte, il Comune ha addirittura pagato per intero i costi attribuiti dal giudice in parte anche allo Iacp.

Sette anni fa, l’ente avviò un contenzioso con l’Istituto anche attraverso apposito arbitrato, perché riteneva che tutti i costi derivanti dalle sentenze per gli espropri delegati allo Iacp dovevano essere attribuiti all’Istituto che, proprio ai sensi della citata convenzione, aveva assunto la piena responsabilità delle procedure espropriative. Il collegio arbitrale ha dato ragione al Comune ma la Corte di Appello, su ricorso dello Iacp, ha annullato tale decisione per incompetenza del collegio arbitrale. Il Comune avrebbe dovuto, quindi, chiamare in giudizio lo Iacp dinanzi al giudice ordinario, ma non lo fatto perché finora è prevalsa la posizione di Nazzareno Lanni, oggi consigliere comunale ma da marzo ad ottobre 2008 dirigente del Settore urbanistica, che anche recentemente ha ribadito “Il comune non può far valere in tribunale le sue ragioni nei confronti dello Iacp”. La questione è tuttora irrisolta. Lo Iacp ritiene che i costi derivanti dalle sanzioni per espropri sbagliati o incompleti dei terreni sui quali ha costruito i 622 alloggi siano da attribuire al Comune per illegittimità o incompletezza degli atti presupposti alla Convenzione, ma intanto continua a chiedere agli assegnatari degli alloggi, anche a quelli che già li hanno acquistati, di corrispondere maggiori costi pari al 25% circa del prezzo pattuito. Anche per i circa 49.000 metri quadrati di terreno lungo il fiume Sabato – via Matarazzo sui quali agli inizi degli anni ’80 erano state costruite le case in legno per i terremotati e poi 164 alloggi Iacp, i proprietari dei terreni hanno convenuto in giudizio il Comune e il Ministero della Protezione Civile che non hanno ancora pagato il dovuto come stabilito da i giudici della Corte di Appello. Il Comune potrebbe rivalersi sull’Istituto Case Popolari e ciò preoccupa le famiglie che da tempo hanno acquistato gli alloggi che temono di essere chiamate anch’esse a pagare un integrazione sul prezzo.

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Comments (2)

  • luigi gatti

    Una cosa è certa, e probabilmente al Comune ed allo Iacp lo sanno, dovranno scatenare 622 e più cause legali in Tribunale. Quanto gli costerà? Una montagna di soldi alta come l’Everest, sapendo di fare solo e soltanto il gioco a favore dei soliti noti doppiogiochisti: gli avvocati.
    I proprietari degli alloggi in questione sanno che avranno un pò di fastidio, ma sanno anche e lo sanno bene, che la Giurisprudenza è del tutto a loro favore.
    Quindi all’Ente Comune ed allo Iacp conviene adire le vie legali sapendo di incanalarsi in un vicolo cieco e per di più conoscendo quelli che sono anche i tempi della Giustizia? O gli conviene ricercare altre strade, per fare cassa, per esempio invitare i proprietari ad acquisire il diritto definitivo di superficie, con prezzi calmierati? Un buon amministratore in questi tempi di crisi opterebbe per la seconda soluzione.
    Ai posteri l’ardua sentenza.

  • Coordinatore

    Lei ha perfettamente ragione, ma non ha considerato che una parte, soprattutto quelli che non hanno ancora firmato il rogito, si faranno convincere a fare un accordo. Per quello che ci riguarda come associazione, questa battaglia la faremo fino in fondo contro ogni speculazione. Per il passaggio da diritto di superficie al diritto di proprietà, tra poco ci saranno novità.

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