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Il sindaco difende a spada tratta l’assessore Damiano: “Non si deve dimettere, ha la mia piena fiducia, le sue mi sembrano doti e qualità che non sarebbe utile disperdere, nell’interesse di tutti”.

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Da Il Sannio Quotidiano del 10 ottobre 2010

intervista di Paolo Bocchino al sindaco Fausto Pepe

Il ‘caso Zamparini-Damiano’ nell’attualità, le elezioni comunali sullo sfondo della disamina tracciata dal primo cittadino di Benevento, Fausto Pepe.

Una delle primissime questioni che si trovò ad affrontare da sindaco, nel 2006, fu il ‘caso Zamparini’. Il mandato si sta per chiudere, ma la vicenda resta più che mai aperta. Ritiene che la sua amministrazione abbia ben gestito la problematica?

“La linea che stiamo seguendo oggi resta immutata: difendere gli interessi della città. All’insediamento ci siamo accorti di aver ereditato una situazione esplosiva, non solo per le possibili ricadute occupazionali ed economiche in generale, ma anche per il rischio concreto di lasciare un’altra cattedrale nel deserto, anzi una cattedrale in un’ansa fluviale. Abbiamo operato per contemperare tutte le esigenze, ma oggi, a distanza di oltre quattro anni dall’inizio del mandato, la mia idea originaria, se possibile, si è rafforzata: non era lì che andava realizzato l’ipermercato. Al momento dell’insediamento ci siamo trovati con strutture già realizzate e finanche arredate, con i lavoratori e i sindacati che premevano, con le perplessità rispetto ai ritardi che ci giungevano persino dalla Prefettura, ed abbiamo semplicemente provato a riequilibrare i piatti della bilancia. Zamparini è stato vincolato alla realizzazione di una serie di opere in favore della città che avrebbero dovuto attenuare l’impatto. Firmò quegli accordi salvo poi sconfessarli nei fatti, avviando un contenzioso legale per abuso di posizione dominante. Zamparini ritiene di essere stato vessato dal Comune e cioè che la mia amministrazione, e non quella precedente, gli avrebbe imposto impegni troppo onerosi. Sul piano politico, già solo questa considerazione vale tanto. Comunque, noi pensiamo di aver fatto il nostro dovere da amministratori e continueremo a farlo provando a salvaguardare i lavoratori e le aziende coinvolte, ma anche chiedendo il rispetto degli accordi sottoscritti. E non credo che Zamparini si possa sottrarre con una motivazione come quella detta, anche perchè se dovessimo valutare il peso economico del Comune di Benevento e delle sue aziende, potremmo scoprire che la posizione dominante non è la nostra”.

Nell’inchiesta è coinvolto anche un suo assessore, il titolare delle Opere pubbliche Aldo Damiano, peraltro uno dei più vicini a lei. Ha avuto un chiarimento con lui? Ritiene possano esserci ragioni di opportunità che consiglino di sollevarlo dall’incarico?

“Non ho avuto confronti specifici con l’assessore anche perchè ci confrontiamo da quattro anni almeno due volte a settimana nelle riunioni con gli assessori e i capigruppo. Non vedo ragioni di opportunità per ritirare la mia fiducia ad un amministratore che, mentre viene sottoposto ad un processo mediatico, ha la forza e la capacità di approvare progetti decisivi per la città come il rifacimento di piazza San Modesto. Al di là della vicenda giudiziaria che a me pare marginale, non essendo stato l’assessore Damiano, come egli stesso ha dichiarato, nemmeno raggiunto da un avviso di garanzia, le sue mi sembrano doti e qualità che non sarebbe utile disperdere, nell’interesse di tutti”.

Il centrodestra è prontamente intervenuto per stigmatizzare la vicenda. Dai partiti di maggioranza, e in particolare dal Pd, non sono invece giunte attestazioni di fiducia a Damiano e all’amministrazione comunale. Come giudica questo silenzio?

“Credo che da parte del Pd ci sia una sostanziale correttezza e grande rispetto della magistratura che oltre ad indagare si è anche già espressa su alcuni punti riguardanti proprio Damiano. E’ noto, infatti, che un giudice ha già rigettato alcune richieste in merito. Rispettare l’operato della magistratura significa a mio avviso tenere in egual conto sia le decisioni di quella inquirente che di quella giudicante, altrimenti rischiamo la deriva berlusconiana proprio mentre il Presidente del Consiglio continua ad inveire anche contro singoli magistrati chiedendo provvedimenti altamente penalizzanti per l’operatività della magistratura. Sul piano locale, il centrodestra tenta strumentalmente di utilizzare per fini politici l’azione proprio della magistratura. Credo che questo il Pd lo comprenda molto bene. E a proposito dei berlusconiani che chiedono dimissioni, provvedimenti di revoca, processi o addirittura gogne pubbliche, posso solo ricordare che più di una volta proprio loro sono finiti sotto indagine e sono stati destinatari sia di avvisi di garanzia che di rinvii a giudizio. Se noi avessimo avuto il contegno che il centrodestra sta dimostrando in queste ore, ad esempio all’epoca di Piazza Duomo, si sarebbe dovuto ritornare al voto per le dimissioni dell’intera giunta di centrodestra”.

L’interpartitico del centrosinistra ha condiviso la tesi dei vertici Pd: prima la coalizione, poi il candidato sindaco. Semplice formalismo procedurale o teme che dietro la decisione possano esserci velleità di candidatura alternative alla sua? Peraltro lei aveva chiesto le primarie entro settembre. Nella migliore delle ipotesi, se si faranno, non arriveranno prima di dicembre. La coalizione non sembra avere particolare grande riguardo nei confronti del suo sindaco…

“Devo dire che dalla coalizione di centrosinistra, in questi giorni e negli ultimi anni, ho ricevuto anche tanto apprezzamento per l’operato svolto dall’amministrazione. Le primarie? Io non le ho mai chieste anche perchè se la coalizione tutta non avesse avuto fiducia in questo governo cittadino avrebbe ritirato il proprio appoggio da tempo. Dobbiamo sviluppare un programma, e questa è un’evidente priorità insieme alla ricerca di una sinergia operativa con tutte le forze che compongono la coalizione. Ma se un contributo positivo può essere dato dalle primarie, in termini di rilancio del programma e del candidato, questo non può essere vanificato da una trattativa estenuante e senza una meta. Per questo avevo indicato la ripresa estiva quale termine per rendere efficace il vantaggio competitivo che può nascere dalle primarie. Andare oltre significa tramutare questo vantaggio in un ostacolo”.

Domanda secca con risposta se possibile altrettanto diretta: pentito di aver aderito al Pd?

“Assolutamente no”.

Mancano pochi mesi al termine del mandato. I cantieri del Piu Europa sono partiti, la differenziata si estesa a quasi tutta la città, i vigili hanno smesso di litigare. In compenso la Piattaforma logistica non è arrivata, la candidatura Unesco è in forse, il Piano urbanistico non è approdato in Consiglio. Quale piatto della bilancia pesa di più?

“Sul piano urbanistico abbiamo fatto tutto quanto era necessario per approvare il nuovo Puc. Ci siamo riusciti in due anni, a differenza di chi in tredici non è riuscito nemmeno a licenziare una delibera di Giunta. Io ho fatto tutto quello che era in mio potere ed anche di più per dotare la città di questo strumento, ora tocca ai consiglieri comunali ed anche ai partiti porre il suggello. Credo che riusciremo ad approvarlo. Stessa cosa per la candidatura Unesco che è tutto tranne che ferma. Gli ispettori dell’Icomos sono tornati quest’anno ed hanno trovato la città ancora più rispondente ai criteri richiesti. La pronuncia ci dovrebbe essere a giugno ma credo che questa è una battaglia sulla quale non dovrebbero esserci divisioni. Inutile sottolineare come si tratti di un traguardo, una sfida, che noi per primi abbiamo avuto il coraggio di affrontare. Della Piattaforma dico sempre la stessa cosa: a me sembra l’unico progetto serio di sviluppo infrastrutturale e occupazionale per questo territorio, se qualcuno ne ha altri si faccia vivo… Intanto su questo versante abbiamo realizzato uno studio di fattibilità tutto a spese dei privati, che è il primo necessario passaggio. L’Ikea ha frenato i suoi investimenti in ragione della crisi economica. Quanto ai rifiuti, non solo la differenziata va sempre meglio ma posso garantire che anche per il 2011 sarà confermata la riduzione della tassa del 12,5 per cento, per un totale del 25% in due anni”.

Ha contestato duramente l’intervento telefonico di Silvio Berlusconi alla festa PdL di Pietrelcina. Eppure il premier non aveva rivolto critiche alla sua amministrazione. Come mai tanta asprezza?

“Può un Presidente del Consiglio parlare alla convention sannita del suo partito e non spendere una parola sulla città di Benevento, sulla sua storia, le sue bellezze storiche ed architettoniche o sulla sua capacità di restare fuori dall’emergenza rifiuti che in queste ore inizia a sovrastare Napoli? Chi è incaricato di guidare il Paese, pur se capo di un partito, può parlare delle prossime amministrative e dire che bisogna trovare un candidato autorevole? E quello che avevano nel 2006 non era autorevole? Per me Sandro D’Alessandro, mio avversario alle ultime amministrative, è persona degna di assoluta stima. E come ex sindaco della città meritava considerazione maggiore. Ma questo è il rischio di alzare il telefono e dare fiato alle trombe. Berlusconi, quando parla di Benevento o del Sannio, deve partire da una premessa: il rispetto per la nostra comunità. Qua non si accettano nè sovrani, nè proconsoli. I beneventani vogliono fatti concreti in risposta ai problemi seri che affliggono il territorio. Non servono le kermesse in cui si imitano gli studi televisivi e dalle quali non emerge una proposta concreta per il nostro sviluppo. Le città vivono i problemi reali, questa non è una fiction”.

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Comments (1)

  • cittadino

    condivido appieno, pur nn avendo mai votato per la Sua Parte Politica, la disamina della vicenda fatta da Antonio Medici.

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