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La tangentopoli globalizzata dei ladri di stato.

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da La Voce delle voci

 di Andrea Cinquegrani [ 02/06/2010]

La corruzione? Microcriminalita’. Parola di Renato Schifani. Un passante? Un turista mordi e fuggi? Un alieno da Marte? No, la seconda carica dello Stato, al vertice del Senato. Sua la ciliegina su una torta ormai nauseante, il dibattito di “alta cultura” e “altissima moralita’” dal titolo: siamo o no in una seconda Tangentopoli? E tutti, da perfetti beoti, a ciarlare: no, adesso solo piccoli episodi; no, allora si finanziavano i partiti, ora sono poveri ladri di polli. E giu’ vomitando cosi’, idiozie perfettamente bipartizan. La realta’? Ladri allora e ladri ora, da processare e mandare in galera; cosi’ non e’ stato nel dopo ‘92 – al di la’ delle pie illusioni di Mani pulite – cosi’ non sara’ oggi, tutti sempre beati e iperprescritti (col seguito di milioni nei paradisi off shore). Grazie alla solita magistratura nella gran parte dei casi non nemica, se non contigua o collusa col potere politico: altro che toghe rosse, come solo un Cavaliere sempre piu’ comico riesce a far bere al popolo bue! Ora c’e’ lo scudo fiscale per i capitali esportati in modo illegale all’estero; negli anni ‘80 e inizio ‘90 lo scudo politico era il finanziamento illecito ai partiti: ma ci ha mai creduto qualcuno? Lorsignori ai vertici della prima repubblica rubavano per le loro private finanze, altro che per coprire “i costi della politica”! Si sono fatti case, ville, fortune arcimilionarie, hanno esportato arcipalate di dollari all’estero: altro che Costituzione!

E oggi e’ perfettamente lo stesso. Anzi peggio. I metodi si sono affinati, le strategie, ovviamente, globalizzate. E le cifre – c’e’ bisogno di dirlo? – aumentate in misura esponenziale, vuoi per il (solo presunto) maggior rischio, vuoi evidentemente per l’inflazione. Ma sono e restano ladri, corrotti, corruttori, associati per 416 semplice o bis. Per fortuna oggi, con una ventina d’anni di ritardo, il procuratore antimafia Pietro Grasso arriva a dire: «La mafia e’ stata spesso braccio armato per favorire altri centri di potere». E poi: «Forse per Falcone non c’era solo la mafia». Ma si puo’?…

Perche’ nessuno dice che il vero bavaglio alla stampa non sono solo le intercettazioni e le pene stupidamente invocate dalle truppe del Cavaliere, ma le cause civili arcimilionarie intentate contro i pochi giornalisti rimasti sul campo a voler dare informazione? Le perquisizioni talebane alle 5 di mattina per trovare molotov avvolte in fogli di stampa maledetta? I tagli in massa della forza lavoro, diminuita di oltre 900 unita’ nell’ultimo anno?

E lorsignori che fanno? Si tagliano gli emolumenti del 5 per cento. Nababbi in transatlantico e nelle assemblee regionali che danno una limatina a incassi, poi ingrassati in molti casi da supertangenti, come le poche inchieste rimaste sul campo mostrano. Intanto l’economia crolla – lo documenta in modo scientifico Giulietto Chiesa, grande firma per la Voce da questo numero – le imprese collassano, gli enti locali affondano. «Il problema dei derivati e’ forse piu’ grande di quello della Grecia», sottolinea il pm milanese Alfredo Robledo, impegnato nel processo contro 4 colossi bancari che hanno “inguaiato” il comune di Letizia Moratti. «Una bomba ad orologeria, quella dei derivati, senza che Bankitalia e Consob abbiano mosso un dito», tuona da tempo il senatore Elio Lannutti. E nessun altro che apra bocca, sbraiti, osi dire qualcosa.

Cosi’ come nessuno urla o protesta contro l’altra bomba che potra’ esplodere per l’epidemia da sangue infetto in circolo da anni (gia’ morti in un migliaio): autori i Super-Dracula, le multinazionali degli emoderivati, oggi alla sbarra a Napoli.

Ci hanno ormai tolto tutto: il sangue, la vita, le utopie. Cosa resta piu’?

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