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Claudio Principe indagato per le lettere anonime, Palumbo rinunci alla difesa

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Claudio Mosè Principe, presidente AMTS

Altrabenevento – Comunicato stampa del 7 giugno 2013

Per le lettere anonime, Claudio Principe è indagato per tentata Estorsione. Il suo difensore Italo Palumbo, dovrebbe rinunciare all’incarico.

La stampa locale ha dato la notizia della nomina di un perito da parte del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento per accertare se le impronte eventualmente rilevabili su alcune lettere anonime, siano quelle di Claudio Mosè Principe. Le missive sono state ricevute dal sindaco Fausto Pepe, dal deputato Umberto Del Basso De Caro, dall’assessore Luigi Abate e dal presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona.

Per alcuni organi di informazione l’ex assessore comunale sarebbe indagato per Calunnia mentre per altri il reato ipotizzato è la tentata Estorsione. In effetti nell’Atto del 23/1/2013 con il quale il Sostituto Procuratore della Repubblica, Antonio Clemente, aveva disposto “l’accertamento tecnico irripetibile” per rilevare eventuali impronte, da effettuare a Napoli presso il Laboratorio di Chimica della Polizia di Stato, Claudio Principe risultava indagato per il reato di cui all’art. 368 Codice Penale (Calunnia).

Successivamente l’ipotesi di reato è stata modificata ed infatti nell’atto del 29 marzo con il quale il GIP, Flavio Cusani, ha disposto su richiesta dell’indagato accolta dal P.M, “l’incidente probatorio e perizia avente ad oggetto il rilevamento di eventuali impronte papillari utili alle indagini sulle buste e relative missive anonime……” , Claudio Mosè Principe risulta indagato “per i reati di cui agli articoli 56 e 629 c.p.” cioè Tentata Estorsione.

E’ interessante notare, infine, che il difensore di Claudio Principe è l’avv. Italo Palumbo che però è anche il legale di Fausto Pepe in altro procedimento giudiziario e in questa occasione “parte offesa”.

In genere in questi casi gli avvocati rinunciano all’incarico per motivi di opportunità o per rispetto al Codice Deontologico. L’avvocato Italo Palumbo che è anche Coordinatore regionale di Azione Civile, il Movimento Politico di Antonio Ingroia, sicuramente spiegherà perché non ritiene di essere in conflitto.

 Clicca qui per leggere l’ordinanza del Gip per la verifica delle impronte digitali.

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Da Italo Palumbo 7 giugno 2013

Avrei preferito non rispondere a Gabriele Corona circa gli aspetti deontologici della mia professione. Purtroppo devo prendere atto che lui, come parte offesa nelle indagini a carico di Claudio Principe, avrebbe preferito avere un avvocato avversario meno incisivo di quanto possa essere io. Non può farlo e non può sceglierlo, se ne faccia una ragione. Non gli basterà appartenere ad una associazione contro il Malaffare, spesso al servizio anche delle sue cose private, come in questo caso, per dare all’opinione pubblica una sua sentenza anticipata di condanna, senza passare al vaglio di un processo, come spesso ha fatto anche in altre occasioni,dove ancor prima che si svolgessero le indagini già aveva pronunciato la sua sentenza. Si vedrà se le responsabilità sono di Principe o di altri. Se crede di infangare con spigolature il ruolo e l’immagine delle persone casca male. Ho avuto ben altri avversari nella mia vita e certamente non sono affatto preoccupato di chi si erge a difensore della legalità, violandola nel momento in cui mette ombre sull’operato degli altri, in assenza della benchè minima prova. Io sono un avvocato e non un magistrato e il mio compito è difendere le persone che hanno bisogno di una difesa. Si preoccupa della genuinità della difesa per Fausto Pepe? Fausto Pepe era a perfetta conoscenza da mesi, di questo incarico per averglielo comunicato io direttamente, egli non ha ritenuto di chiedermi conto di questa mia scelta; se lo avesse fatto, lo avrei capito. Corona, difensore della legalità è lo stesso che ha sparato a zero contro i magistrati di Benevento per non aver condiviso in sentenze teoremi dell’accusa basati anche su sue denunce? Le sue denunce sono state ridimensionate da sentenze di assoluzione. Forse farebbe bene ad essere più contenuto nelle sue manifestazioni e ad innamorarsi meno dei suoi desiderata, e capire che oltre ai pubblici ministeri, verso i quali esprimo tutta la mia solidarietà per il lavoro importante che svolgono, spesso minacciati e aggrediti dalle forze criminali e mafiose di questo nostro Paese, c’è sempre un giudice al quale si deve rispetto per il lavoro che svolge. Le sentenze, se non condivise, si possono criticare ed appellare. Lui mi chiede di abbandonare la difesa di Principe? Non lo farò assolutamente!! Mi batterò per dimostrare la estraneità del Principe ai fatti per i quali s’indaga. Se Fausto Pepe, dovesse ritenere oggi, alla luce della difesa di ufficio assunta per Lui da Corona, che la mia difesa in altri processi, possa essere in qualche modo condizionata da questo processo, può tranquillamente revocarmi il mandato …. Io non avrei motivo per dolermene.

Benevento lì 8 giugno 2013

Avv. Italo Palumbo

 

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Comunicato stampa dell’8 giugno 2013

 

Palumbo deve rispettare il Codice Deontologico nonostante il teatrino politico-giudiziario.

Ieri, al termine di un comunicato stampa relativo al procedimento giudiziario per le lettere anonime, avevo tra l’altro segnalato che l’avvocato difensore di Claudio Principe, indagato per una presunta tentata estorsione anche ai danni di Fausto Pepe, è Italo Palumbo che però è il difensore del sindaco in altro procedimento.

Palumbo, invece di spiegare come fa a non sentirsi in conflitto, ha risposto con una serie di attacchi a me fino a sostenere che utilizzerei l’associazione Altrabenevento per “cose private, come in questo caso” ed avrei già espresso la condanna per Principe senza neppure attendere il processo.

Ricordando che la mia attività per “Altrabenevento -associazione per la città sostenibile contro il malaffare” è assolutamente gratuita, anzi ci rimetto soldi e raccolgo insulti e minacce, voglio solo chiarire che io non ho denunciato Claudio Principe e non anticipo condanne. Mi sono limitato a consegnare alla Polizia di Stato una lettera che mi è pervenuta e che non ho aperto in modo da verificare la presenza di eventuali impronte, avendo notato che il mio indirizzo era stato scritto in stampatello a mano con caratteri molto simili a quelli utilizzati per altre lettere anonime contenenti insulti e minacce.

La Procura della Repubblica ha ritenuto che la lettera possa essere collegata con altre cinque inviate a Umberto Del Basso De Caro, Fausto Pepe e Luigi Abate che sono state aperte, ipotizzando il reato di tentata estorsione a carico di Claudio Principe.

Detto questo, torniamo sul Conflitto di Interessi di Italo Palumbo per la contemporanea difesa di due suoi clienti, Principe e Pepe, che in questo procedimento sono l’uno indagato e l’altro parte offesa.

Devo ricordargli, pertanto, due articoli del Codice Deontologico degli Avvocati di Benevento.

Il primo è l’art. 37 così approvato “L’avvocato ha l’obbligo di astenersi dal prestare attività professionale quando questa determini un conflitto con gli interessi di un proprio assistito o interferisca con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale”.

Lo stesso articolo precisa che lo stesso divieto vale, addirittura, per gli avvocati che esercitano negli stessi locali i quali non possono assistere i loro clienti che in un procedimento giudiziario si trovano in posizioni contrapposte.

L’art. 51 dello stesso Codice chiarisce che “l’assunzione di un incarico professionale contro un ex-cliente è ammessa quando sia trascorso almeno un biennio dalla cessazione del rapporto professionale…”

Nel caso delle lettere anonime, Palumbo difende Claudio Principe contro Fausto Pepe di cui però è ATTUALMENTE difensore in altri procedimenti giudiziari.

Italo Palumbo, non ritiene di essere in conflitto perché sostiene di avere avvisato il sindaco Fausto Pepe della sua volontà di assumere la difesa di Claudio Principe e di non avere ricevuto obiezioni anche se il primo cittadino si è costituito “parte offesa”.

Ne prendiamo atto perché si tratta di un elemento estremamente interessante per valutare la recita polito-giudiziaria, ma il Codice Deontologico degli avvocati dovrebbe essere rispettato comunque, a maggior ragione da parte di Palumbo che è coordinatore regionale di Azione Civile di Antonio Ingroia.

Gabriele Corona

 

 

 

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