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Il Molise riduce l’acqua del Biferno e aumenta i costi. Occorre una grande mobilitazione per difendere “l’acqua pubblica”

Da Ottopagine del 29 aprile 2012

Accordo siglato con la Regione Campania. Il Molise: le tariffe idriche devono essere adeguate

di Paolo Bocchino

Dolci e fresche acque, ma probabilmente anche più care. Le Regioni Molise e Campania hanno sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa con il quale si prende atto dell’esigenza espressa dallo stesso Molise di rivisitare le attuali tariffe di trasferimento d’acqua alla nostra regione. L’accordo riguarda le risorse idriche del Biferno e del San Bartolomeo che servono, com’è noto, una consistente fetta della popolazione sannita, in particolare nel capoluogo dove l’acqua molisana copre il 60 per cento circa del fabbisogno cittadino. Una fornitura che fece avvertire tutta la sua determinante importanza nel novembre del 2007, quando Benevento fu messa in ginocchio dall’improvviso stop della fornitura molisana gestita dalla Regione Campania. «C’è bisogno di ridefinire gli accordi relativi alla gestione delle acque del Biferno e del San Bartolomeo – ha dichiarato il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, a margine della stipula del protocollo – anche ai fini di un equo ristoro economico e ambientale». Sulla stessa lunghezza d’onda il Direttore generale di ‘Molise Acque’, Giorgio Marone, che spiega: «Non si tratta di una motivazione esclusivamente economicistica ma di gestione complessiva della risorsa. La nostra regione ha diritto a vedersi ristorare con una quota adeguata ai tempi la cessione d’acqua che da anni assicura alla Campania. Il ritocco consentirà al Molise di porre in essere azioni di salvaguardia e riqualificazione ambientale che ci consentiranno di continuare a dare acqua di grande qualità alla Campania. Non sono previsti – assicura Marone – ritocchi alle tariffe dei singoli utenti. Le modifiche non ricadranno automaticamente sulle bollette ma sulla quota di ristoro prevista dagli accordi interregionali». Quota che nel dettaglio passerà da 0,029 euro per metro cubo a 0,044 euro. Il che, chiaramente, in teoria non significa che tale aumento andrà a riflettersi automaticamente in bolletta. Ma verosimilmente, il ritocco rischia di ingenerare meccanismi a catena che potrebbero far lievitare in alto anche il costo finale per l’utente, in stridente contrasto con quanto previsto dal referendum dello scorso anno. Una questione che chiaramente rischia di coinvolgere direttamente anche l’utenza beneventana che dalla fornitura molisana dipende in larga parte. Gesesa, la società cittadina pubblico-privata, non ha al momento comunicato alcuna variazione in tal senso ma è alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento con l’obiettivo di affrancarsi progressivamente dalla fornitura ‘made in Molise’. Tra i progetti in discussione c’è la realizzazione di nuovi pozzi a Pantano e nella zona industriale di Ponte Valentino. Soluzioni che andrebbero a soppiantare un precedente progetto di ampliamento dell’area pozzi di Pezzapiana dove è in programma la realizzazione di un consistente piano di edilizia privata nell’ambito del Piano casa. Scelte che vengono contestate dall’associazione Altrabenevento (vedi altro servizio in pagina) che giudica non utile per la cittadinanza beneventana il progressivo abbandono del ricorso alle acque molisane che si caratterizzano per la bassissima presenza di elementi insalubri come i nitrati che invece compaiono abbondantemente nelle acque prelevate in città, fin quasi a toccare i valori massimi consentiti dalla legge.

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La dichiarazione di Sandra Sandrucci per Altrabenevento

“La risorsa acqua resti in mani pubbliche”

Una mobilitazione per salvare l’acqua pubblica. A chiederla è l’associazione Altrabenevento presieduta da Gabriele Corona. «Subito dopo l’emergenza idrica di novembre 2007 – dichiara Sandra Sandrucci – presentammo un dossier per denunciare il tentativo della Regione Molise, in accordo con la Regione Campania, di ridurre progressivamente la fornitura di acqua captata dalle sorgenti del Biferno rifornisce 24 paesi (5 casertani e 19 beneventani) e infine la nostra città. Si tratta di acqua di sorgente di buona qualità con una presenza irrilevante di nitrati (2 milligrammi per ogni litro a fronte dei 45 misurati nell’acqua dei nostri pozzi), che costa poco. Per questo motivo invitammo gli amministratori pubblici e le forze sociali a mobilitarsi per scongiurare il pericolo di dover fare a meno di quella fornitura che attualmente garantisce circa il 60% del nostro fabbisogno. Naturalmente tutti assicurarono la loro partecipazione, ma poi nessuno si è più occupato della questione che oggi, purtroppo riemerge. Anche in questi giorni, dinanzi alle notizie di accordi ulteriori tra le regioni Campania e Molise, i nostri amministratori continuano ad essere silenti mentre la Ge.se.sa. sembra voler approfittare del momento per ritornare a chiedere finanziamenti per scavare altri pozzi. E’ necessaria una grande mobilitazione per difendere il diritto alla fornitura dell’acqua del Biferno, alla quale devono partecipare tutti quelli che al referendum di giugno 2011 hanno votato contro la privatizzazione dell’acqua. Il Ministro Clini non ha ancora dato esecuzione agli esiti referendari sull’adeguamento delle tariffe del servizio idrico, con l’eliminazione dei costi di quasi il 7%, di “remunerazione del capitale” a vantaggio delle società di gestione».

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