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Servito da Altrabenevento il dosser “Scarpe e ceci”

scolapasta utilizzato dalla Ristorò

Dossier sul servizio mensa per le scuole elementari della città e i centri di igiene mentale della provincia di Benevento.

(presentato da Altrabenevento nella sala del Consiglio comunale il 16 dicembre 2014)

Il 10 maggio 2013 bruciava nella zona industriale di ponte Valentino l’edificio dove si producevano surgelati e che ospitava anche il centro di cottura della mensa comunale per asili e scuole elementari.

Il capannone abbandonato dopo l’incendio del 2013

La struttura era stata costruita circa 20 anni fa dalla società “Complesso polivalente Rossana” della signora Rossana Porcelli, maritata Barretta. Il servizio di mensa scolastica era stato affidato dal Comune di Benevento alla società Ristorò, che ha sede legale a Pietradefusi provincia di Avellino, amministratore la signora Mariarosaria Favino, proprietari delle quote societarie i fratelli Adiutrice e Gianluigi Barretta, figli della signora Rossana Porcelli.

Dopo l’incendio il centro di cottura della Ristorò fu  trasferito in un altro capannone, sempre a Ponte Valentino costruito dalla società “Immobiliare dodici stelle”, il cui amministratore era sempre la signora Rossana Porcelli.

Il capannone era già stato utilizzato per diverse produzioni industriali. Nel 2005/2006 risultava essere la sede del Polo Calzaturiero, una truffa a danno di 290 giovani, mai assunti nonostante i soldi pubblici spesi per fitti, macchinari e formazione. (vedi dossier di Altrabenevento)

Nel 2008, il Comune rilasciò il certificato di agibilità per le funzioni dichiarate, vale a dire: Polo Calzaturiero con annessi uffici, spogliatoi, centro di cottura e mensa aziendale. A settembre del 2013 la Ristorò chiese al Comune di Benevento, il Permesso di Costruire per modificare ed adeguare una parte di quei locali in modo da attrezzarli per trasferire lì il centro di cottura della mensa scolastica. Il Permesso di Costruire, n. 2448, è stato rilasciato il 3 dicembre del 2013, ma il servizio mensa era già in funzione, quindi senza autorizzazione, dagli inizi di novembre 2013.

 

Parte superiore: il capannone con l’agibilità del 2008
Parte inferiore: il capannone come viene utilizzato da Ristorò, senza agibilità

Il certificato di agibilità non è mai stato chiesto e mai rilasciato, nessuno si è quindi accertato che i lavori e gli impianti fossero a norma. Si precisa che il vecchio certificato di agibilità del 2008 solo per alcuni locali prevedeva centro di cottura e mensa.

ingresso Ristorò

Attualmente quel capannone è di proprietà in parte della società Ristorò e in parte della I.P.I Finance Spa sempre dei fratelli Adiutrice e Gianluigi Barretta. Al suo interno, al posto degli uffici e degli spogliatoi del Polo Calzaturiero, c’è uno studio tecnico; nei locali destinati alla produzione delle scarpe, è in allestimento il secondo centro di cottura, non autorizzato; al centro c’è un ristorante confinante con le cucine della mensa scolastica.

La mensa confina con una tettoia aperta sotto la quale avveniva la produzione di fitofarmaci da zolfo. Questo spazio oggi viene utilizzato dalla Ristorò come deposito.

A gennaio del 2014 a seguito di bando pubblico, il servizio di mensa scolastica è stato affidato nuovamente alla Ristorò alle condizioni indicate nel capitolato e nel contratto.

area già utilizzata per la lavorazione dello zolfo

Punti salienti:

– art.5 – il secondo centro di cottura, per le emergenze, che la Ristorò non aveva quando ha vinto l’appalto e non ha tuttora.

-art.6 –  la provenienza degli alimenti deve essere tracciabile e documentata, ogni modifica va comunicata al committente che deve approvare il cambiamento prima di consentirne l’impiego. Secondo quanto previsto dalle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, il gestore del servizio deve essere in grado di documentare la rispondenza ai requisiti richiesti attraverso schede tecniche di prodotto in grado di esplicitare tutte le caratteristiche; conseguentemente solo i prodotti definiti, accettati ed accreditati dal committente in quanto rispondenti ai requisiti, dovranno trovare impiego nel servizio. Ogni modifica relativa ai prodotti indicati dovrà essere preventivamente approvata dal committente che ne verificherà la costanza delle caratteristiche prima di consentirne l’impiego.
La Ditta aggiudicataria deve inoltre prelevare giornalmente almeno 2 pasti completi confezionati e conservarli per 72 ore, in modo tale da consentire eventuali analisi in caso di contestazione della fornitura.

– art.7 – La preparazione dei pasti deve avvenire nello stesso giorno in cui vengono distribuiti.

– art.15 – I controlli, il Comune, nella qualità di  committente, può effettuare in ogni momento e senza preavviso controlli  presso il centro di produzione pasti. Inoltre può disporre la presenza di propri incaricati presso la struttura con il compito di verificare la corretta applicazione del capitolato. Non è pertanto corretto sostenere la competenza esclusiva dell’ASL per i controlli. È prevista anche l’istituzione di una Commissione mensa composta da: un funzionario del Comune, un genitore ed un rappresentante per ogni istituzione scolastica. Tale commissione non è stata mai istituita.

Solo il giorno prima del nostro annunciato dossier la  Asl ha effettuato verifiche al centro di cottura e l’Arpac ha misurato la qualità dell’aria, mentre una ditta incaricata dalla Ristorò sistemava esche per topi all’interno e all’esterno della struttura.

I controlli finora effettuati sono stati decisamente carenti. È significativo che nessuno si sia accorto, prima della nostre denunce, della mancanza del secondo centro di cottura, previsto per contratto, o della mancanza di un certificato di agibilità, che poteva essere facilmente riscontrata se fosse stata esaminata la Scia sanitaria. Inoltre, la Commissione mensa non è stata istituita e il Comune di Benevento non ha mai effettuato un sopralluogo nelle ore notturne, quando normalmente vengono preparati i secondi piatti.

Emblematico il comportamento della Ristorò e del Comune che continuano a negare l’episodio degli insetti nei ceci del 5 di dicembre. Nessuno si decide a dire da dove provenivano i legumi, come erano conservati e come sono arrivati a Ponte Valentino. Non è vero che i legumi non sono stati serviti per un difetto di cottura, la pasta e ceci era cotta ed erano state confezionate già 700 vaschette. Gli insetti erano evidenti e per questo la pasta e ceci è stata sostituita con pasta in brodo preparata con il dado.

pentola utilizzata dalla Ristorò

Sono diverse “le anomalie” del servizio di mensa scolastica di cui il Comune di Benevento e la Asl non si sono accorti:

la preparazione della carne da cucinare comincia uno o due giorni prima della distribuzione- quasi mai si utilizza l’abbattitore, indispensabile per evitare la proliferazione di germi e batteri;- i formaggi e i salumi vengono in genere affettati il giorno prima;

– il personale non è dotato del vestiario e dei sistemi di protezione adeguati;

– alla mensa accedono e lavorano persone che non fanno parte del personale autorizzato;

– le condizioni igieniche dei contenitori per il trasporto dei pasti sono inaccettabili

– le stoviglie (caldaie, pentoloni e scolapasta)sono vecchie e in condizioni pietose

Particolarmente grave è anche il comportamento della Asl che avrebbe anch’essa dovuto accertarsi delle condizioni della struttura, considerato che non è solo ente di controllo. La Asl, infatti, ha affidato alla Ristorò l’incarico di preparare i pasti, a pranzo e a cena, per gli utenti dei centri di igiene mentale di Bucciano, Morcone, Molinara e Puglianello.

© Altrabenevento

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