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La RAI non si è vista al Gladiatore d’Oro. Adesso i fruitori dello spettacolo restituissero i soldi.

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Comunicato stampa del 22 ottobre 2012

Si è tenuta al Teatro Massimo, sabato scorso, la manifestazione il Gladiatore D’oro, una passerella per amministratori di vari colori politici ed autorità varie, costata alla comunità 70.000 euro.

La giunta provinciale con la delibera n. 159 del 27 giugno 2012 aveva deciso di finanziare la manifestazione denominata, addirittura, “Gran galà del Sannio Gladiatore d’oro – Unesco” per fini promozionali. Infatti nel deliberato si legge “La manifestazione che ha assunto un rilievo di carattere nazionale sarà ripresa da Rai 1” e per questo motivo “darà visibilità nazionale alla storia, ai monumenti, all’arte e alle tradizioni sanniti”.

Ed invece della RAI sabato sera non c’era traccia ma di tanto non si sono accorti neppure quei giornalisti locali affascinati dalla serata alla quale hanno dedicato articoli entusiasti. Gazzetta di Benevento, ad esempio ci ha spiegato che la presentatrice “Caterina Balivo di ocra vestita con abito-peplo monospalla e stiletti tacco dieci in pendant ….. ha difeso a spada tratta, la manifestazione dalle polemiche che si sono accese sotto i riflettori negli ultimi giorni” ed ha chiamato per nome più volte il presidente Cimitile che si è rivelato “la vera star della serata. Un conduttore in seconda che, come un’ancora di salvataggio, veniva incontro alle mancanze della Balivo …. Sempre pronto e preparato …. egli ha sfoggiato un’eccelsa preparazione sulla storia del capoluogo sannita… Un bel 10 e lode al presidente Cimitile che ha anche superato la prova-palcoscenico senza imbarazzi e tentennamenti”.

È stato questo il simpatico quadretto della serata, al quale hanno assistito, compiaciuti e soddisfatti, anche i consiglieri di opposizione al Comune di Benevento e alla Provincia, che non ha “promosso a livello nazionale storia, monumenti, arte e tradizioni sanniti” ma ha fatto solo un po’ di pubblicità ai nostri amministratori, per i complimenti della presentatrice pagata fior di quattrini.

Vergognatevi, questo è uno sfregio alle difficoltà economiche della gente di questa provincia. Ora restituite i soldi!

Ovviamente nessuno dei presenti alla “serata di gala” ha avuto il coraggio di commentare la critica di Altrabenevento alla Provincia che ha finanziato tale manifestazione mentre lascia fallire Art Sannio, la propria società nata per la valorizzazione dei beni culturali.

Solo Bosco Fioravante, il segretario generale della UIL, che pure è stato spettatore divertito dei costosissimi duetti ridicoli tra la Balivo e il giulivo Cimitile, ha avuto il coraggio di precisare il suo pensiero a proposito di Art Sannio.

In verità Bosco, si limita a ripetere, come fa da una settimana, che i dipendenti di tale società distaccati presso Sannio Europa per gestire la rete museale, quasi tutti iscritti alla UIL, hanno diritto alla retribuzione, mentre quelli “colpevoli” di essere rimasti ad Art Sannio, iscritti alla CGIL, devono preparare gli stipendi ai loro colleghi, ricevere e registrare i pignoramenti e le diffide, assistere il commissario liquidatore, ma senza compenso.

Ribadito che non ci interessa affatto partecipare a tale disputa confederale, prendiamo atto della disponibilità di Bosco a dialogare e quindi torniamo a porre alcune questioni che riguardano la gestione di finanziamenti pubblici.

La Giunta Provinciale, con la delibera n. 72 del 3 aprile 2012, ha deciso di distaccare presso Sannio Europa, un’altra società controllata, 9 dipendenti di Art Sannio per continuare a fare il lavoro di prima, cioè la gestione della Rete Museale. Per questo lavoro la Provincia ha impegnato sul proprio bilancio la spesa di 38.000 euro mensili. Allora noi chiediamo a Bosco: perché quel lavoro non poteva essere svolto dalle stesse persone, con gli stessi finanziamenti, presso Art Sannio? Per evitare i pignoramenti di Equitalia ed altri creditori ?

La Provincia ha deciso che gli altri 5 dipendenti dovevano rimanere ad Art Sannio per curare gli adempimenti amministrativi e riorganizzare la società, ma non ha stabilito con quali soldi dovevano essere pagati. E’ quindi inutile, come fa Bosco, distinguere tra “lavoratori che hanno accettato il distacco” e le “impiegate che hanno preferito rimanere in ufficio”, perché chiunque fosse rimasto ad Art Sannio non sarebbe stato pagato.

Per pagare gli stipendi ai nove distaccati presso Sannio Europa, servono € 10.500 al mese più € 7.800 di contributi per un totale di € 18.300 euro. La Provincia, però, con la delibera 72/2012 ne ha destinati 38.000 alla rete museale. Che fine fanno i 19.700 euro che non sono utilizzati per stipendi?

Caro Bosco, visto che Cimitile, gli assessori di SEL e Idv, Aceto e Pacifico, i consiglieri di opposizione Ricciardi e Orlando, sono ancora estasiati per l’incontro con la Balivo e frastornati per il successo della serata, vogliamo cercare di capire insieme perché le attrezzature del laboratorio Geobiolab cadono a pezzi; il museo enogastronomico di Solopaca, Meg, apre solo su prenotazione, cioè quasi mai e il Trenino dell’arte per la visita ai monumenti è fermo? Come mai Art Sannio ha fatto questa fine ingloriosa proprio nell’anno del riconoscimento dell’Unesco?

Il presidente – Gabriele Corona

 

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