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La bufala della “casa di San Gennaro”, quanto è costata ai beneventani ?

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Dopo il comunicato di Gigi la Monaca, le smentite di don Mario Iadanza e il commento di Altrabenevento.

Il comunicato del presidente di Ekoclub del 19 agosto

Correva l’anno 2005 e, sulle inferriate della finestra di una piccola casa, ubicata al Rione Triggio di Benevento (nella foto), figurava un cartello con la scritta vendesi. Il Presidente Provinciale di Ekoclub International, Luigi La Monaca, costatò che la casa in vendita era l’abitazione dove era vissuto San Gennaro e, con molta probabilità, la casa che ha avrebbe dato i natali a uno dei santi più venerati d’Italia. Immediatamente Ekoclub avvertì il Comune di Benevento di quello che stava per accadere e, l’allora Sindaco D’Alessandro, fece in modo che la casa divenisse proprietà dell’Ente da lui presieduto

San Gennaro nacque a Benevento nel settembre del 305 D. C. fu vescovo e martire, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Il nome Gennaro è molto diffuso nel Meridione e risale al latino “Ianuarius” che significa “consacrato al dio Giano” ed era in genere attribuito ai bambini nati in gennaio (Ianuarius), mese sacro al dio.

In realtà, poiché San Gennaro appartenne alla gens Ianuaria, non era il suo nome, che secondo la tradizione era Procolo, ma il gentilizio corrispondente e cioè il cognome.

San Gennaro, nacque povero da genitori poveri e ancora bambino, rimase orfano di madre. Il padre, passato a seconde nozze a causa della povertà, mandò il figlio, sebbene in tenera età, a fare il guardiano di porci. Il ragazzo conobbe un Eremita e cominciò a frequentarlo, recandosi da lui per essere istruito. A questo punto nella vita del Santo troviamo un vuoto incolmabile, tant’è che, allontanandosi dal luogo natio, lo ritroviamo Vescovo di Benevento e quindi martire a Pozzuoli.

Fatta questa piccola introduzione e biografia del Santo, Ekoclub International si chiede come mai l’abitazione di San Gennaro e la sua vita beneventana non sono prese in considerazione da chi dovrebbe valorizzare i luoghi di culto di Benevento? Con investimenti irrisori l’abitazione, ormai di proprietà del Comune di Benevento, potrebbe essere pulita e resa fruibile al pubblico, arredata con mobili d’epoca con all’interno l’interessante e affascinate storia del Santo descritta con le moderne tecniche informatiche. Negli ultimi tempi, si sono avuti incontri tra amministratori sanniti e, in particolar modo, tra quelli beneventani e di Pietrelcina, per la valorizzazione, anche, del turismo religioso. Luigi la Monaca è certo che, Benevento e la casa di San Gennaro, non hanno nulla da invidiare all’affascinante storia del santo dalle Stimmate di Pietrelcina. Basterebbe solo un po’ di buona volontà e un investimento minimo, se confrontato a quanto si spende per altre manifestazioni e, quella zona, semi abbandonata della città, potrebbe diventare un luogo di culto religioso e, perché no, anche una fone di sviluppo economico per la città di Benevento.

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Da Ottopagine del 20 agosto 2012

Bufala o scoperta storica eccezionale. L’infinita disputa sulla casa di san Gennaro.

di Cristiano Vella

Miracoli, scoperte epocali o bufale clamorose. Ogni discussione sui santi e sugli elementi che riguardano la loro storia spesso si basa su queste componenti, con le diverse tesi che raggruppano schiere di sostenitori. Non fa differenza il caso dell’origine di San Gennaro, alimentata anche e soprattutto dall’assenza di fonti e di documenti certi, che produce la più classica delle diatribe ‘campanilistiche’, con ognuno che, ovviamente, tira l’acqua al proprio mulino. C’è chi vuole un San Gennaro di nascita napoletana, chi lo vuole calabrese di Caroniti, in provincia di Vibo Valentia, e chi lo vuole nato a Benevento, città in cui fu vescovo. Ovviamente è pressochè impossibile stabilire la verità, poiché, come detto le fonti sono poche, così come i documenti, visto che il terzo o quarto secolo, periodo in cui è vissuto il santo, non sono proprio dietro l’angolo. Tra i sostenitori dei natali sanniti di San Gennaro c’è sicuramente Gigi La Monaca, presidente dell’Ekoclub International di Benevento, che spiega come egli stesso abbia contribuito a sensibilizzare le istituzioni in tal senso: «Correva l’anno 2005 e, sulle inferriate della finestra di una piccola casa, ubicata al Rione Triggio di Benevento (nella foto), figurava un cartello con la scritta vendesi. Il Presidente Provinciale di Ekoclub International, Luigi La Monaca, costatò che la casa in vendita era l’abitazione dove era vissuto San Gennaro e, con molta probabilità, la casa che ha avrebbe dato i natali a uno dei santi più venerati d’Italia. Immediatamente Ekoclub avvertì il Comune di Benevento di quello che stava per accadere e, l’allora Sindaco D’Alessandro, fece in modo che la casa divenisse proprietà dell’Ente da lui presieduto». E in effetti nel periodo in questione, sulla casa di cui parla La Monaca comparve un cartello di un agenzia immobiliare che pubblicizzava l’imperdibile occasione, visto che recitava «Vendesi casa di San Gennaro». Ovviamente i potenziali gli acquirenti furono molti, ma alla fine del maggio 2006 l’immobile fu acquisito a patrimonio comunale, nel periodo in cui era sindaco Sandro D’Alessandro, utilizzando i fondi del progetto integrato “Benevento: il futuro nella Storia”. E allo stato l’immobile è ancora patrimonio comunale, sebbene le condizioni, come peraltro segnalato dallo stesso La Monaca nel suo comunicato, non siano proprio il massimo per una dimora che ha dato i natali a un santo così importante: la zona è alquanto sporca, e, proprio davanti all’abitazione, vera o presunta tale, riposa un clochard su dei cartoni. Ma questo è l’ultimo dei problemi, gli umili nel terzo, quarto o ventunesimo secolo, sarebbero stati di sicuro simpatici a San Gennaro. La questione, in ogni caso, è stata sempre spinosa anche per la chiesa stessa: sembra, ad esempio, che forti furono le pressioni su Papa Orsini, nel 1600 per riconoscere la «beneventanità» di San Gennaro, ma la cosa non appassionò mai Benedetto, e il mistero, e la disputa continuano.

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Ottopagine del 21 agosto 2012

Don Mario Iadanza: “Ipotesi senza fondamento. Inutile fare commenti”

Non appassiona nemmeno la Curia di Benevento la questione della casa di San Gennaro. Possibilisti, in parte, sulle eventuali origini sannite dal santo, infatti, don Mario Iadanza, direttore dell’Ufficio per la Cultura e i Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Benevento dichiara: «Bisogna studiare, in ogni caso quella delle origini di San Gennaro è una questione dibattuta già da moltissimo tempo. Nel seicento o settecento, ad esempio, ci fu una querelle tra studiosi, ma erano questioni in voga a quei tempi: allora si litigava per le origini dei santi, oggi lo si fa per via del pallone». A meno di clamorose scoperte, però, si rimarrà col dubbio ancora per molto, e forse per sempre, secondo don Mario Iadanza: «Il problema delle origini di San Gennaro è pressoché inestricabile, manca la documentazione e sappiamo davvero pochissimo. Tuttavia, a far propendere per una eventuale origine beneventana di San Gennaro ci sono due elementi: il primo è che la gens Ianuaria era molto diffusa, all’epoca, nella zona, il secondo è che nel III e IV secolo c’era l’uso nella chiesa di scegliere i vescovi, e giacché San Gennaro fu poi vescovo di Benevento potrebbe essere che la sua elezione fosse stata decisa dal clero locale. Questo potrebbe far pendere la bilancia dalla parte delle origini sannite di San Gennaro, ma ripeto, le fonti sono poche, e oltre alle ipotesi non si può andare». Nessun commento, o quasi, invece, riguardo all’eventualità che la casa in zona Triggio fosse davvero quella in cui è nato San Gennaro: «E’ una questione assolutamente opinabile, quasi totalmente priva di fondamento. Ma non voglio soffermarmi su questo argomento: è un po’ come per le sagre di paese, ci si vanta delle origini di questo o quel prodotto tipico quando magari quella sagra ha avuto origine solo qualche anno prima».

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Il commento di Altrabenevento del 22 agosto 2012 a Ottopagine

Il presidente di Ekoclub Benevento, Luigi La Monaca, con una dichiarazione netta e senza tentennamenti, sostiene di avere accertato che San Gennaro è nato sicuramente a Benevento e che la casa dove ha visto la luce o dove ha vissuto è quella acquistata dal Comune di Benevento nel 2006 nel quartiere triggio.

La dichiarazione di La Monaca è davvero sorprendente perché per diverse volte nella storia qualcuno ha provato a sostenere questa tesi ma senza riuscire a dimostrarla. Neppure Papa Orsini pressato dalla curia locale, sostenne che il santo fosse nato a Benevento, pur essendo stato vescovo di questa città. Come ricorda don Mario Iadanza, dalle colonne di Ottopagine, con la onestà intellettuale che lo caratterizza, si potrebbe ipotizzare che San Gennaro fosse beneventano per il suo nome, ma nessuno lo ha mai provato. Di sicuro, sostiene don Mario, non si può neppure ipotizzare lontanamente che la sua casa natale o quella dove ha abitato, sia il rudere acquistato dal Comune nella omonima via sotto i pontili longobardi vicino piazza Cardinale Pacca (piazza Santa Maria).

Infatti, San Gennaro è vissuto tra il 200 e il 300 dopo Cristo, ma le strutture della casa alla quale si riferisce La Monaca, risalgono al secolo XVIII (1700). In quei locali non si trovano neppure i materiali di spoglio, cioè colonne e capitelli romani, che invece sono incastonati nei pontili e nell’atrio dell’abitazione vicina che comunque risalgono a diversi secoli dopo il periodo in cui San Gennaro è vissuto in città. Forse in un solo locale in quella zona, si trova un soffitto che potrebbe far pensare ad una vecchia struttura romana, come si legge in uno studio di Marcello Rotili, ma è ben lontano dalla casa acquistata dal Comune.

Ed invece, Luigi La Monaca con il comunicato inviato alla stampa qualche giorno fa afferma che “San Gennaro nacque a Benevento nel settembre del 305 D. C. fu vescovo e martire, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica”.

Sostiene pure di avere addirittura individuato nel 2005 la casa dove il santo sarebbe nato e di aver convinto l’ex sindaco Sandro D’Alessandro ad acquistarla.

In verità il primo articolo su questo argomento a firma Gigi La Monaca, risale al 5 aprile del 2004 e fu pubblicato sul sito della sua emittente, Radio Città. Allora egli scriveva: “Molte persone non sono a conoscenza delle origini sannite di San Gennaro; il Santo, famoso per il miracolo della liquefazione del suo sangue, nacque a Benevento intorno al 265 D.C. (e quindi non più nel 305 come adesso afferma) e fu ucciso, durante la persecuzione di Diocleziano, presso la solfatara di Pozzuoli dove gli fu tagliata la testa. Ancora oggi, nel rione Triggio di Benevento, è possibile visionare la casa che ospitò il Santo…. La casa è rimasta in piedi nonostante i tanti terremoti che hanno colpito Benevento e le guerre mondiali che hanno devastato, con innumerevoli bombardamenti, il capoluogo sannita.”

Negli stessi giorni l’agenzia Tecnocasa annunciava la vendita di quel rudere, definito “casa di San Gennaro”, per 103.000 euro.

Qualche mese dopo, a luglio, il sindaco Sandro D’Alessandro ad una giornalista del Corriere del Mezzogiorno che gli domandava, come Gigi La Monaca, perché mai l’Ente non avesse pensato di acquistarla, così rispondeva “Non ne sapevo nulla. Ci lasci riflettere, ne voglio discutere con la Giunta. Non si può dare una risposta così. Bisogna valutare tante cose: innanzitutto verificare bene se quella di cui stiamo parlando sia veramente la casa natale di San Gennaro o meno. Sinceramente ho delle perplessità. Sono passati secoli e secoli, ammesso che il santo fosse nato lì, sarebbe rimasto ben poco della casa originale”

Era giustamente perplesso l’ex sindaco che però, due anni dopo, esattamente il 24 maggio del 2006, nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del suo mandato, annunciò con un comunicato ufficiale che “Il Comune acquista la casa di san Gennaro. Sarà ristrutturata con i fondi del progetto Benevento: il futuro nella Storia”.

La Monaca sostiene, dopo sei anni, che fu lui a convincere D’Alessandro, ma adesso ci deve dire pure come fece. Come “accertò” che San Gennaro è nato a Benevento? Come e da chi aveva saputo con certezza che proprio quella era la casa del santo? Chi era il proprietario di quel rudere e quanto è costato alle casse comunali il suo acquisto?

Il presidente– Gabriele Corona

Data: 2012-08-19

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Comments (2)

  • enrico

    Caro Gabriele tu lavori come Travaglio, nei tuoi archivi escono le pezze che rinacciano i Beneventani.

    forza altrabenevento

  • Luigi La Monaca

    Caro Gabriele, io non “TI DEVO DIRE” assolutamente niente, chi sei tu per fare domande? Negli ultimi tempi noto con meraviglia che ti stai interessando molto a ciò che dico e ciò che faccio, la cosa da un lato mi lusinga, ma dall’altro mi lascia una serie di perplessità. Non hai proprio niente di meglio da fare? Un saluto

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