ATTENZIONE: La pubblicazione degli articoli continua sul sito www.altrabeneventopossibile.it
You Are Here: Home » Servizi » Amministrazione Pepe bis » Il PUC cambiato tre volte, non risolve i problemi di Piazza Duomo.

Il PUC cambiato tre volte, non risolve i problemi di Piazza Duomo.

Stampa questo articolo Stampa questo articolo

Il palazzo del CEPID

Da Il Sannio Quotidiano del 7 agosto 2011

COMUNE / Tornano le tensioni sull’area nodale a pochi giorni dall’approvazione del Piano. Denunciato un caso di abusivismo
Piazza Duomo, il Puc non risolve i conflitti.
Cambiata tre volte la classificazione. La ditta che costruisce il museo potrebbe comprare il palazzo Cepid

di Paolo Bocchino

Il Puc sbroglierà pure tante questioni irrisolte, come annunciato dall’amministrazione comunale all’atto dell’approvazione, ma non sembra aver risolto granchè per quanto riguarda Piazza Duomo.

Il lungo iter partito il 26 febbraio 2009 con l’approvazione della Giunta comunale e culminato nei giorni scorsi con il via libera del Consiglio non ha sbrogliato la matassa: l’area che fronteggia la Cattedrale, area nodale per antonomasia, continua a essere causa di tensioni. La destinazione data dal Puc (‘F4′ – “Aree private finalizzate alla realizzazione di attrezzature d’interesse pubblico) stride con l’edificio museale in corso di costruzione da parte del Comune, che sta sorgendo di fatto su aree mai trasferite dai privati. E non soddisfa nemmeno le esigenze del Consorzio ‘Cepid’, titolare dell’immobile da anni in corso di edificazione nell’area, perchè non risolve la querelle giudiziaria con il confinante condominio De Caro.

Facciamo un passo indietro per ricapitolare le tappe della paradossale vicenda. Come detto, nel febbraio 2009 la Giunta Pepe licenziava lo schema di Piano urbanistico. La proposta di Puc da sottoporre al vaglio della commissione Urbanistica, e quindi al Consiglio, assegnava all’area una classificazione ‘F1t’, vale a dire “Zona soggetta ad esproprio destinata alla realizzazione di attrezzature e servizi pubblici d’interesse territoriale”. Sistemazione non condivisa dal ‘Cepid’. Quattordici componenti del consorzio guidato da Giovanni Nazzaro presentavano nel maggio dello stesso anno una osservazione con la quale si chiedeva, testualmente, “una disciplina urbanistica della zona che tenga conto degli accordi e pattuizioni in essere con l’Amministrazione considerando il sacrificio già sofferto dalla parte privata per la realizzazione dell’opera pubblica (museo)”.

Il Cepid lamentava la incongruenza tra la destinazione data all’area, divenuta soggetta ad esproprio, e quanto pattuito nel dicembre 2004 da Comune e Consorzio per la permuta dei suoli sui quali sono stati realizzati l’immobile privato e il museo. Permuta mai perfezionatasi, così come non è andata in porto l’acquisizione da parte del Comune dell’immobile del Cepid, trattativa ancora in corso al momento del deposito dell’osservazione.

La commissione consiliare Urbanistica, su parere del progettista del Puc, Pasquale Palmieri, e del consulente comunale, Vincenzo Carbone, accoglieva l’osservazione cambiando parzialmente la destinazione d’uso. La zona veniva divisa in due: l’area del Museo veniva confermata ‘F1t’ mentre il Cepid si vedeva assegnare una destinazione ‘A2′ (Centro storico).

La soluzione sembrava aver contemperato gli interessi delle parti ma dal cilindro del Consiglio comunale ecco uscire la terza versione: nel Piano urbanistico approvato dalla civica assise tutta l’area è classificata ‘F4′ (“Aree private finalizzate alla realizzazione di attrezzature direzionali e sociali d’interesse pubblico”). La stessa che vigeva con il vecchio Piano regolatore e che aveva determinato molti conflitti. Si pensava dunque che il nuovo Puc potesse sciogliere il nodo… dell’area nodale, ma le prime avvisaglie vanno in direzione opposta. Appresa la virata di rotta del Comune, il Cepid ha presentato nei giorni scorsi una missiva con la quale si segnala la vecchia questione della aperture illegittime del confinante palazzo De Caro, chiedendo a Palazzo Mosti di intervenire. Le finestre sarebbero abusive secondo quanto previsto dalla convenzione siglata nel lontano 1953 dal Comune con i proprietari dell’area sulla quale è sorto il condominio De Caro.

E non è escluso che la vicenda possa riservare un ulteriore colpo di scena. Pare infatti che la ditta esecutrice dei lavori di realizzazione del Museo, la ‘Sicci Sud’ di Casalnuovo, sia interessata all’acquisto dell’immobile Cepid. Un’ipotesi da riscontrare concretamente subito dopo la pausa estiva.

Condividi su:
  • Twitter
  • Facebook

Leave a Comment

© Altrabenevento

Scroll to top