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Ad un anno dall’incendio del capannone Barletta: “i giorni , i luoghi e gli Enti delle diossine…a San Giorgio del Sannio”

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Ad un anno dal maxi incendio del capannone Barletta in San Giorgio del Sannio (BN), Rosanna Carpentieri abitante della zona, ha inviato un atto di significazione e diffida al Sindaco Giorgio Nardone, all’A.S.L. e all’Agenzia Regionale Protezione Ambientale , i tre Enti preposti alla tutela dell’ambiente e della salute, affinchè si proceda senza più ulteriore ed illegittimo indugio al sinora omesso monitoraggio delle diossine su tutte le matrici ambientali del sito contaminato dall’incendio ed in primis sulle matrici biologiche, ovvero sul plasma ematico dei cittadini maggiormente esposti alle esalazioni tossiche in quanto residenti.

Carpentieri ricorda che l’incendio si sviluppò nel cuore della notte, durò nel suo acme tre notti e due giorni, coinvolse subito la propria abitazione limitrofa, danneggiò il pannello solare posto sul tetto e distrusse completamente i vetrocamera delle finestre e la propria autovettura, ma neppure il controllo costante dei focolai resistenti da parte dei Vigili del Fuoco riuscì ad impedire l’emissione di esalazioni tossiche per oltre venti giorni dalla notte del 23 maggio 2009.

L’A.R.P.A.C. già in data 29 maggio , sei giorni dopo l’incendio e nella persistenza dei fumi, rilevava attraverso l’esame di un rilevatore passivo apposto per appena 48 ore dinanzi alla propria abitazione, la dispersione nell’aria di elevatissimi quantitativi di benzene (575 mcg/mg) ben 115 volte superiori al valore di riferimento… di toluene e di FURANI, ovvero diossine !

Tutte sostanze accomunate dal fatto di portare con sé numerosi atomi di cloro che è una delle sostanze più reattive esistenti, e quando un atomo riesce a reagire con tutto o quasi, il più delle volte crea danni. Se poi è veicolato da sostanze che si stoccano nei grassi (lipofile) e quindi possono legarsi al tessuto adiposo, i danni sono assicurati.

Gli abitanti della zona, però, nonostante specifiche richieste non sono stati sottoposti ad esami specialistici per il dosaggio ematico delle diossine (TCDD, PCDD/F e PoliCloroBenzene) malgrado esplicita denuncia di malesseri e da ultimo, di patologie conclamate di non determinata derivazione.

Nonostante il rilievo di tali risultati nella matrice aria , noto già il 29 maggio (e, tralasciando gli elevati quantitativi di altri inquinanti rilevati nelle acque di spegnimento, dichiarate dall’A.R.P.A.C. NON ACCETTABILI , ma disperse nel suolo e nei torrenti, ed assorbite cutaneamente in toto dalla Carpentieri che nelle stesse vi scivolò la notte del 23 maggio, completamente bagnandosi e contaminandosi ) e, malgrado tali evidenze scientifiche venissero comunicate dall’A.R.P.A.C. al Sindaco Giorgio Nardone nella sua veste istituzionale di massima autorità sanitaria locale, inspiegabilmente, da una parte il Sindaco nessuna precauzione (quanto meno l’allontanamento dal sito) adottò a tutela della nostra salute ed incolumità e di quella degli altri residenti in zona, e dall’altra – fatto ancor più irragionevole ed illegittimo – l’ARPAC addirittura interruppe ex abrupto il monitoraggio dell’aria, decidendo di non apporre dopo il 25 maggio altri rilevatori passivi di aerodisperso, quanto meno per tutta la durata delle emissioni inquinanti nell’aria respirata, protratrattasi per quasi un mese.

Ciò è semplicemente criminale !

Ci rendiamo conto che l’incendio della Baraccopoli – Arsenale Barletta non fu Seveso o il Vietnam, ma non si può nemmeno archiviare l’accaduto come un incidente di percorso non prevedibile e soprattutto , non si può minimizzarne a tal punto la portata e le conseguenze indotte anche da parte degli Enti preposti alle tutele.

Portata e conseguenze vanno spiegate nella massima trasparenza possibile perchè certi eventi non possono relegarsi in fretta nel dimenticatoio della coscienza collettiva quando segnano la vita delle persone e il destino di un territorio forse in modo indelebile.

Carpentieri nella sua diffida sottolinea che il Sindaco Nardone non ha neppure MAI reso noti alla cittadinanza in generale, ed a cittadini richiedenti in particolare, (data la rilevanza pubblica dell’accadimento il cui pubblico interesse non si misura in base ai morti e feriti, (sic !!!) come egli ebbe con cialtroneria a dichiarare alla stampa…) i risultati sui dati dell’ effettivo inquinamento attraverso opportune forme di comunicazione ai cittadini, nè ha mai adottato alcuna ordinanza precauzionale a tutela della salute pubblica, anzi ha apposto, abusando del proprio potere, un fermo diniego a conferire in merito con Carpentieri alla quale ha di fatto omesso d’inoltrare ogni doveroso invito a tutte le conferenze di servizio o tavoli interistituzionali, con evidente disparità di trattamento rispetto alla privata Ditta New Distribution s.r.l. ed evidente violazione degli obblighi elementari di trasparenza, uguaglianza ed informazione dovuta.

Rosanna Carpentieri pertanto diffida , dopo le sue denunce-significazioni circa il mancato monitoraggio delle matrici ambientali e biologiche dei prodotti tossici dispersi nell’aria ed assorbiti dall’organismo dei cittadini residenti e circa una gestione “privatistica” e “secretata” dal 23 maggio 2009 sino all’attualità, della emergenza e dell’intera vicenda incendio Barletta, gli Enti: Sindaco, A.S.L ed A.R.P.A.C. a non limitarsi ad inconferenti e secretati tavoli interistituzionali che sinora nulla hanno prodotto se non oscure intese alla minimizzazione ed al non facere, da parte di tutti, enti pubblici e privato coinvolti, ma di istituire in collaborazione con il Ministro della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, una Commissione di esperti imparziali e neutri rispetto alla vicenda de quo, per lo studio della situazione igienico-ambientale in relazione al territorio di Cesine, per la individuazione di proposte operative di serio intervento e per la determinazione della TCDD, delle PCDD/F e PCB NELLE MATRICI BIOLOGICHE dei soggetti che condividono la medesima storia di residenza nei luoghi direttamente interessati e/o limitrofi all’incendio .

E per chiedere, anche a fini scientifici e di progresso della conoscenza umana, un doveroso “Piano di monitoraggio ambientale ed epidemiologico” per gli specifici ed ovvii inquinanti associati ad un qualunque fenomeno di combustione, tenendo conto dei materiali (pvc, policarbonati, prodotti chimici etc.) combusti e della durata considerevole della combustione, piano che non può prescindere dalla determinazione (GRATUITA ed a carico del S.S.N.) dei livelli plasmatici di diossine, furani , PCB etc. nei soggetti che hanno condiviso e condividono tuttora la medesima storia di residenza nei luoghi contaminati dall’incendio e ancora NON BONIFICATI .

Carpentieri chiede infine a chiare lettere anche di conoscere e di far conoscere a tutti i cittadini le determinazioni cui si è pervenuti nel corso della Conferenza dei Servizi-Tavolo interistituzionale del 05 ottobre 2009;le determinazioni cui il SINDACO ed il Consiglio sono pervenuti a seguito della mozione presentata il 20 novembre 2009 dai Consiglieri Di Biase e Mirra, circa l’adozione di una ordinanza di divieto di utilizzo a scopo alimentare e di commercializzazione per gli stessi fini dei prodotti agricoli coltivati in prossimità dei capannoni Barletta oggetto di incendio, atteso che l’A.R.P.A.C. di Benevento non è stata e non è ancora in grado di fornire i risultati delle analisi (ove mai eseguite) in merito alla gravità dell’inquinamento causato dall’incendio ; le determinazioni cui il SINDACO ed il Consiglio sono pervenuti a seguito della stessa mozione in merito alla costituzione in giudizio del Sindaco, quale rappresentante della nostra comunità, contro il responsabile dell’inquinamento e del disastro ambientale sul territorio (Ditta New Distribution s.r.l. di Antonio BARLETTA) ed in merito alla necessità di avviare un procedimento penale e civile nei confronti dell’A.R.P.A.C. per NON aver adempiuto ad un attento controllo del territorio con tutte le minuziose analisi richieste per legge e tese ad accertare lo stato d’inquinamento delle matrici ambientali.

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