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I MIRACOLI DEL SIGNORE DEI CARRELLI

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copertinamisteriFoto: La copertina del Documento

Per niente intimidita dalla querela di Zamparini, “altrabenevento” ha presentato nel corso del programmato incontro-dibattito che si è tenuto oggi pomeriggio, il documento dal titolo “I miracoli del Signore dei Carrelli in terra sannita -ovvero- la inquietante storia dell’Ipermercato di Maurizio Zamparini a Benevento.
Il documento diviso in 10 paragrafi, ognuno corrispondente ad un “miracolo”, è qui riportato integralmente.

I MIRACOLI DEL SIGNORE DEI CARRELLI IN TERRA SANNITA
ovvero
la storia inquietante dell’Ipermercato di Maurizio Zamparini a Benevento

Il 19 ottobre 2006 è stato aperto a Benevento, tra violente polemiche, il Centro Commerciale “I Sanniti” per iniziativa di Maurizio Zamparini. Si tratta di un enorme struttura di 134.000 metri cubi, a 2 piani con 17.000 mq di vendita più uffici e depositi, che ospita l’IPERCOOP, il MANDI*, e una galleria di commercianti locali, ma non sono.

* MANDI in dialetto friulano significa “ciao” ed è la nuova denominazione dei Centri Commerciali di Zamparini. La catena dei 18 Centri Commerciali EMMEZZETA (iniziali di Maurizio Zamparini) è stata venduta ai francesi di CONFORAMA. Zamparini ha realizzato anche 2 Ipermercati nella ex Jugoslavia venduti alla Lega Cooperative del Nord Est. Un Ipermercato MANDI è stato aperto, 2 anni fa, ad Afragola, alle porte di Napoli, vicino alla IPERCOOP, ed è gestito dal figlio di Zamparini, ma la proprietà è stata ceduta a due società finanziarie.

Il nuovo Ipermercato è vicinissimo al centro della città, lungo una strada con tre passaggi a livello, in un’ansa alluvionale del fiume Calore destinata a Parco Fluviale ma che è stata in parte occupata per realizzarvi, abusivamente, i parcheggi indispensabili all’Ipermercato. E’ già stato presentato un altro progetto, ad opera degli stessi imprenditori locali, soci di Zamparini, per l’occupazione e l’aggressione speculativa della restante parte dell’ansa fluviale per la realizzazione di altre strutture commerciali.

Il progetto dell’Ipermercato è del 1999 e Zamparini ne aveva annunciato la inaugurazione per Pasqua del 2003. Ha aperto, invece, con 3 anni e mezzo di ritardo senza la strada di collegamento con la tangenziale, senza i parcheggi imposti dalle norme urbanistiche, senza le licenze commerciali, senza aver realizzato il Parco Fluviale e senza l’abbattimento dei tre capannoni abusivi.

La realizzazione di quel Centro Commerciale ha determinato scontri e polemiche nella vecchia maggioranza di centrodestra e nella nuova amministrazione di centrosinistra. Sono stati sfiduciati due assessori: nel 2002, Roberto Capezzone presidente provinciale di AN, da parte dell’ex sindaco D’Alessandro, pure lui di AN; il mese scorso, il comunista Salvatore De Toma, da parte dell’attuale sindaco, Fausto Pepe dell’Udeur.
É stato proprio il nuovo governo cittadino di Centrosinistra, composto in gran parte da quei politici che dai banchi dell’opposizione avevano denunciato le tantissime illegittimità connesse alla realizzazione di quel Ipermercato, ad aver concesso, improvvisamente, lo scorso 12 ottobre, l’autorizzazione per l’apertura del Centro Commerciale.

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La storia

Ufficialmente Maurizio Zamparini ha volturato a suo nome la Concessione Edilizia del Centro Commerciale solo nel 2005, ma l’affare è suo già dal 1999 quando aveva sottoscritto come amministratore della Società SALZAM, un accordo con due società di Castellammare di Stabia ed alcuni imprenditori beneventani i quali dovevano occuparsi di tutto il necessario per vendergli “chiavi in mano” l’Ipermercato realizzato su un’area commerciale di via Valfortore e una connessa area destinata a parchi e giardini.
Tutta la vicenda politico- amministrativa di questo Ipermercato è caratterizzata da incredibili omissioni, colpi di scena, fantasiose interpretazioni delle leggi, alchimie amministrative e “miracoli”.

Il primo miracolo:
sparisce una strada di PRG

Nel 1998 i proprietari dei terreni urbanisticamente destinati ad attività commerciali, di via Valfortore, dove ora sorge il Centro Commerciale, avevano chiesto la autorizzazione per realizzare una struttura commerciale, ma l’Amministrazione Comunale bocciò la richiesta perché proprio al centro di quel lotto era prevista una strada di Piano Regolatore Generale. Nel 2000 la richiesta per la stessa lottizzazione, sugli stessi terreni, venne ripresentata dalla ITA srl di Castellammare, amministratore Salvatore D’Arco, ma il nuovo Dirigente dell’Urbanistica non fece obiezioni e il Consiglio Comunale adottò il Piano di Lottizzazione per 9 lotti commerciali su 53.000 mq di terreno, per un totale di 75.000 metri cubi di struttura commerciale.

Il secondo miracolo:
lievita la volumetria ma nessuno se ne accorge.

Ad aprile 2001 la soc.Reti & Sviluppo srl, amministratore Paolo D’Arco, fratello di Salvatore, presentò alla Commissione Edilizia il progetto per l’Ipermercato, lievitato a 134.000 metri cubi. Quella Commissione Edilizia presieduta dall’Assessore all’Urbanistica, Giuseppe Iadicicco, nonostante il Piano di Lottizzazione non fosse stato ancora definitivamente approvato, diede il parere favorevole a maggioranza per la realizzazione della struttura.

A maggio dello stesso anno il Commissario Straordinario con i poteri del Consiglio, approvò il Piano di Lottizzazione solo per 75.000 metri cubi, ma il progetto dell’Iper da 134.000 metri cubi andò avanti perchè “nessuno si accorse” della evidente contraddizione. Intanto era cambiato anche l’assessore all’Urbanistica. Venne nominato l’avv. Roberto Capezzone, presidente provinciale di AN, ma della corrente opposta a quella di Viespoli diventato, intanto, deputato e sottosegretario. Capezzone che all’inizio sembrò contrario all’Ipermercato di Zamparini, poi ne diventò un grande sostenitore in accordo con l’UDC e pezzi di Forza Italia.

Il terzo miracolo:
gli Ipermercati raddoppiano e i parcheggi si riducono.

A novembre 2001 la richiesta di autorizzazione per l’apertura dell’Ipermercato, approdò in Conferenza dei Servizi e qui “nessuno si accorse” che il progetto prevedeva una volumetria di 134.000 metri cubi mentre il Piano di Lottizzazione approvato ne consentiva solo 75.000. Addirittura la Conferenza dei Servizi diede parere favorevole alla apertura di un secondo Ipermercato non previsto dalla Regione nell’area beneventana.
Infatti la Legge della Regione Campania n.1 del 2000, relativa alla Grande Distribuzione Commerciale, prevedeva a Benevento un solo Ipermercato che era già stato autorizzato in contrada San Vito, alla periferia della città, con una superficie di vendita di 10.000 mq e con 25.000 mq di parcheggi.
Zamparini è riuscito ad ottenere la autorizzazione ad aprire un secondo Ipermercato camuffato da Centro di delocalizzazione di attività esistenti. Come era prevedibile, i 44 commercianti locali, che in gran parte, locali non sono, non hanno delocalizzato nulla aprendo, di fatto, nuove attività nel Centro Commerciale.
Ma grazie al miracolo della delocalizzazione, Zamparini riesce ad ottenere l’autorizzazione ad aprire una struttura di vendita di 17.500 metri quadrati addirittura superiore a quella dell’Ipermercato autorizzato e ad aggirare anche la norma per i parcheggi. Infatti invece di 2,5 metri quadrati di aree di sosta per 1 mq di superficie di vendita, egli viene autorizzato a realizzare un intervento edificatorio con 2 mq di parcheggi per 1 mq di superficie di vendita.

Il quarto miracolo:
falsi capannoni industriali, veri parcheggi commerciali e terreni che centuplicano il proprio valore.

La lievitazione della volumetria da 75.000 mc a 134.000 mc non consentiva più di realizzare sul terreno da 53.000 metri quadrati, un enorme capannone da circa 20.000 mq di ingombro, più 35.000 mq di parcheggi, più 7.000 mq di aree obbligatorie per il verde pubblico e diverse strade interne.
Allora ecco il coinvolgimento di due imprenditori beneventati, i quali, sempre nel 2001, chiesero ed ottennero, la Concessione Edilizia per realizzare 3 capannoni “industriali” e un enorme parcheggio da 24.000 mq, in una zona confinante con l’Ipermercato ma destinata alla realizzazione di un Parco Fluviale. Quel terreno di 50.000 metri quadrati venne acquistato per 60 milioni di lire, poi restituito e lo stesso giorno riacquistato per 3 miliardi di lire da due società, (composte sempre dai due imprenditori nostrani) per essere poi venduto alla società Reti & Sviluppo per 6 miliardi di lire, munito di concessione edilizia per 3 capannoni e il parcheggio. Come ha accertato la Procura della Repubblica, i capannoni non erano destinati ad attività artigianali-industrali, ma ad ospitare tre commercianti attivi nell’area destinata al Centro Commerciale; il parcheggio, in area parco, era stato progettato per essere asservito all’Ipermercato. Lo dichiarava lo stesso Zamparini con l’atto del Notaio Brezzi del 26 marzo 2002, con il quale acquistava ufficialmente dalla società Reti & Sviluppo, “chiavi in mano” i terreni dell’Ipermercato e quelli commerciali per un totale di 103.000 mq. per 26 miliardi di lire, compreso il fastidio per le autorizzazioni già concesse.
Con quell’atto notarile, Zamparini confessava il reato di lottizzazione abusiva negoziale, ma il responsabile del Settore Urbanistica, l’Assessore al ramo e il Direttore Generale non se ne accorsero.

Il quinto miracolo:
il nuovo piano di lottizzazione per sanare le irregolarità e il Parcheggio sul tetto.

Alla fine del 2002 il Sindaco D’Alessandro, uomo del sottosegretario Viespoli, sfiducia il suo presidente provinciale, l’assessore all’Urbanistica Capezzone e lo caccia dalla Giunta. Viespoli e D’alessandro gli rimproverano di non aver tenuto conto delle loro indicazioni a proposito dell’Ipermercato e di aver fatto accordi con i centristi dell’UDC. Gli assessori dell’UDC si sospendono dalla Giunta per tre mesi fino a quando nel marzo 2003 il Consiglio Comunale approva a maggioranza, con il voto favorevole e determinante del sindaco D’Alessandro, un piano di lottizzazione di 134.000 metri cubi, per “sanare” quanto era successo.
Subito dopo la Concessione Edilizia per i 3 capannoni ed il parcheggio da 24.000 mq da asservire all’Ipermercato in area destinata a Parco Fluviale, venne annullata per gravi illegittimità.
Per risolvere il problema dei parcheggi, l’Amministrazione comunale autorizzò la realizzazione di un’area di sosta di 14.000 mq sul tetto dell’edificio.

Il sesto miracolo:
Il Parco Fluviale

Il parcheggio sul tetto era solo un “escamotage”.Quella soluzione tecnica non era possibile perché sul solaio di copertura erano previste molte aperture per prese di luce e impianti di aerazione.
Allora si aprì subito una nuova trattativa tra Zamparini e l’assessore all’Urbanistica Petrucciano che si concluse con un accordo: Zamparini avrebbe abbattuto i 3 capannoni abusivi, (quelli realizzati a seguito della Concessione Edilizia poi annullata ) ed avrebbe realizzato un Parco Fluviale di 21.330 mq da cedere gratuitamente al Comune, progettato dall’assessore Iadicicco, ex assessore all’Urbanistica. In cambio delle promesse, Zamparini ricevette la Concessione Edilizia per costruire un PARCHEGGIO da 22.900 mq a servizio del Parco Fluviale.
E così il parcheggio falsamente industriale del 2001, diventava un parcheggio falsamente a servizio del Parco, ma nella realtà, era destinato a sostituire quello sul tetto che non sarà mai realizzato! E si scopre pure che anche il Parco Fluviale da cedere al Comune è un bluff. Infatti l’area dichiarata di 21.330 metri quadrati è molto più piccola ed in parte è di proprietà del Demanio, perché la carta catastale è antecedente all’alluvione del 1949, quando il fiume ha cambiato corso. Oggi quell’area si è ridotta di almeno 6.000 mq. E il progettista lo sa.
Ma Zamparini non può più cedere quel terreno promesso la Comune perchè intanto lo ha venduto rimanendone utilizzatore con un contratto di leasing.
Con l’atto notarile del 21 novembre 2005 Zamparini ha venduto per 38 milioni di euro, l’Ipermercato MANDI di Afragola e per 31 milioni di euro l’Ipermercato di Benevento con tutti i terreni, anche quelli destinati a Parco Fluviale, alle società “SELMABIPIEMME LEASING s.p.a.” del Gruppo Bancario Mediobanca e alla società “LOCAT spa” del Gruppo Bancario Unicredit.

Il settimo miracolo:
un gioco di prestigio per trasformare il “parcheggio fluviale” in parcheggio dell’Ipermercato.

Durante i lavori per la realizzare dell’Ipermercato viene tranciata una parte di un acquedotto romano di età imperiale, ma la notizia rimane riservata. Non era difficile prevedere che in quella zona, già interessata da importanti ritrovamenti, potesse emergere qualcosa, ma nessun sondaggio preventivo era stato effettuato.
Dopo lo scempio, la Soprintendenza Archeologica avvia una campagna di scavi e ad Aprile 2005 concede il parere favorevole alla copertura dell’acquedotto e degli altri reperti rinvenuti, per consentire di realizzarvi sopra i parcheggi previsti dal progetto di Zamparini che la Soprintendenza, erroneamente, considera indispensabili.
Poi a settembre dello stesso anno ci ripensa e dichiara che quei reperti sono di grande importanza, (ritrovamenti risalenti all’età del Bronzo, strutture in opus reticulatum, acciottolato dell’età del Ferro) precisando che non possono essere coperti e devono essere assolutamente valorizzati con la realizzazione di un Parco Archeologico.
Ma per consentire a Zamparini di realizzare comunque i parcheggi, che la stessa Soprintendenza si ostina a considerare erroneamente indispensabili per l’Ipermercato, propone di ampliare la lottizzazione commerciale includendo il parcheggio a servizio del parco fluviale per porlo a servizio dell’ipermercato.
Era quello che Zamparini voleva e che aveva deciso di fare 3 anni prima, dichiarandolo addirittura in un atto notarile del marzo 2002 !
Quel parcheggio prima “falsamente industriale”, poi “falsamente a servizio del Parco fluviale”, ora diventa “falsamente indispensabile per salvare i reperti archeologici”.
Infatti la Soprintendenza si sbaglia: si può realizzare il Parco Archeologico senza costruire i 5.440 mq di parcheggi nell’area archeologica, perché gli stessi non sono indispensabili in quanto Zamparini ha bisogno, secondo la legge Regionale, di 33.000 mq di parcheggi, ma ne ha progettato 44.000. Intanto i lavori per costruire l’Ipermercato procedono e a novembre 2005 già risultava chiaro che sul tetto il “falso parcheggio in copertura” non si poteva fare. Infatti c’erano 76 lucernari e tubi di aereazione che vennero segnalati anche dall’Ufficio Vigilanza Edilizia a seguito di un accertamento disposto per verificare le difformità denunciate dalla LIPU- Associazione per la Conservazione della Natura.
A marzo del 2006 la Procura della Repubblica sequestrò il cantiere per abusi edilizi, ma il Tribunale del riesame lo dissequestrò perchè ritenne che fino alla fine dei lavori c’era sempre la possibilità di fare il parcheggio sul tetto e la rampa per far accedere le auto. La Giunta Comunale il 2 maggio del 2006, accogliendo la sciagurata proposta della Soprintendenza che però corrispondeva alla volontà di Zamparini espressa 3 anni prima, con la delibera di Giunta n. 84, decide di adottare la variante urbanistica per consentirgli, finalmente, di annettere il parcheggio del Parco Fluviale all’Ipermercato.
Però, il 26 maggio 2006 (ultime ore lavorative prima della disfatta elettorale del centrodestra), lo stesso Dirigente che aveva proposto la delibera 84 per salvare le preesistenze archeologiche, rilascia una nuova Concessione Edilizia a Zamparini autorizzandolo a costruire il parcheggio di 5.440 sui quei reperti.

L’ottavo miracolo:
l’apertura annunciata senza le autorizzazioni e i nuovi referenti politici.

Dopo l’insediamento della nuova Amministrazione, Zamparini annuncia che avrebbe aperto al pubblico il 28 settembre, ma ancora non era stato effettuato il collaudo della struttura e non erano state neppure presentate le richieste per le singole licenze commerciali.
La nuova Giunta guidata da Fausto Pepe, mostra di non voler cedere al bluff dell’imprenditore friulano e il 31 agosto annulla la delibera 84 perchè quei parcheggi sull’area archeologica non sono indispensabili e quindi i reperti si possono salvare senza la variante urbanistica.
La decisione coraggiosa viene assunta nonostante moltissimi ricatti e pressioni provenienti da ambienti politici del centrosinistra. Nello stesso momento in cui la Giunta annulla la delibera, Zamparini si incontra a Benevento con “vertici dell’Udeur” secondo le indiscrezioni della stampa locale.
La Soprintendenza Archeologica protesta perchè la decisione della Giunta non consentirebbe la tutela degli importanti reperti archeologici. Il giorno dopo, però, la stessa Soprintendenza autorizza Zamparini a coprire quei reperti per realizzarvi sopra 8.000 mq di parcheggi.

Il nono miracolo:
le amnesie del centrosinistra e il mistero della mancata costituzione dinanzi al TAR incompetente.

Intanto i lavori strutturali dell’Ipermercato sono terminati ufficialmente ed è evidente la mancanza del Parcheggio sul tetto e della rampa per accedervi, ma il nuovo Dirigente e il nuovo Assessore all’Urbanistica non si decidono a disporre un nuovo sopralluogo dell’Ufficio di Vigilanza Edilizia. Nessun accertamento viene disposto anche per verificare la proprietà e la consistenza delle aree del Parco Fluviale che Zamparini si era impegnato a realizzare ma che ancora non esiste mentre procedono solo i lavori per la realizzazione del parcheggio.
Solo a seguito di una nuova diffida della LIPU i tecnici della Vigilanza Edilizia (che Zamparini tenta di ricusare) vengono inviati sul posto ed accertano che l’edificio è più alto di 2 metri, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e il parcheggio sul tetto non esiste. I lavori vengono bloccati ma Zamparini il 22 settembre ricorre al TAR di Salerno, che non è competente territorialmente, senza notificare prima al Comune il ricorso, sostenendo che l’apertura era stata programmata per il 28 settembre e pertanto, lamentando il pericolo di danni irreparabili, ottiene la sospensiva del provvedimento di blocco dei lavori.
Il 5 ottobre il Comune si sarebbe dovuto costituire al TAR di Salerno per eccepire la incompetenza territoriale, per far notare che Zamparini non poteva lamentare danni irreparabili perchè la apertura del 28 settembre non era stata mai autorizzata e che comunque la sospensione dei lavori era stata disposta a seguito di abusi edilizi da lui commessi. Invece il Comune non si costituisce e il Sindaco continua a tenere una serie di incontri con Zamparini, la Ipercoop e i sindacati CGIL, CISL e UIL, che sollecitano l’apertura dell’Ipermercato per “esigenze occupazionali”.
L’11 ottobre il Sindaco convoca la Giunta ma gli assessori si ritrovano alla presenza di Zamparini invitato per tentare di raggiungere un accordo sulle diverse questioni controverse: mancanza della strada di collegamento tra la Tangenziale e l’Ipermercato; mancanza dei parcheggi per la superficie di vendita dichiarata; impossibile utilizzazione del parcheggio destinato a servire il Parco Fluviale. Zamparini fa finta di trattare ma è sicuro di aver già vinto la partita. Quella mattina, infatti, i giornali locali già annunciavano l’apertura ufficiale per il giorno 19 ottobre, indipendentemente dall’esito della trattativa.

Il decimo miracolo:
il Sindaco e la Giunta cedono a Zamparini. Il Presidente della Provincia non si avvede della abusiva occupazione della pista ciclabile.

Il 12 ottobre la Giunta approva una delibera di indirizzi per consentire al dirigente del Settore Urbanistica di firmare una accordo che avrebbe consentito a Zamparini di programmare l’apertura del Centro Commerciale per il giorno 19 ottobre, come deciso da Zamparini, dando per scontato l’esito favorevole del collaudo ed anche delle istruttorie in corso per le licenze commerciali. Alla riunione della Giunta non si presenta l’assessore di Rifondazione Comunista in disaccordo con l’operato del Sindaco e si allontana l’assessore dei Comunisti Italiani che poi viene sfiduciato. Nel corso di una apposita conferenza stampa “altrabenevento” e il legale della LIPU, denunciano 8 motivi di illegittimità della delibera.
- Manca la specifica motivazione circa l’interesse pubblico per sottoscrivere l’accordo con Zamparini (art.11 legge 241/90). Il completamento dell’asse interquartiere nord-est doveva essere realizzato contestualmente alla costruzione dell’Ipermercato, come indicato nella relazione istruttoria del Responsabile SUAP del 21/7/2001. Attualmente, non è rispettato l’art. 5 della legge regionale 1/2000 che impone la collocazione del Centro Commerciale su un asse viario di primaria importanza.
1) Il collaudo non può essere parziale. Ai sensi del DPR 447/98, il collaudatore deve accertare la conformità del progetto alla Concessione Edilizia. Il progetto autorizzato prevedeva 17.000 mq di vendita con 44.000 mq di parcheggi che non sono stati realizzati.
2) Il parcheggio sul tetto da 14.000 mq non è stato realizzato ma Zamparini sostiene che può ancora farlo. Non si può collaudare la struttura senza sapere se si fa o meno il parcheggio sul tetto perché bisogna attestare la capacità di carico del solaio di copertura.
3) Non ci sono neppure i 24.000 mq. di parcheggi dichiarati perché quello oltre la ferrovia (che occupa anche la pista ciclabile della Provincia) non può essere computato e le “strade interne” non devono essere conteggiate.
4) Il parcheggio vero è quello posto all’ingresso a destra della strada, che però è il parcheggio a servizio del Parco Fluviale e non può essere computato nel calcolo dei parcheggi a servizio del Centro Commerciale, altrimenti si concretizza il reato di lottizzazione abusiva.
5) La sanatoria per la maggiore altezza del capannone non si può rilasciare su presentazione di una DIA perché si tratta di modifica della sagoma in zona sottoposta a vincolo paesistico.
6) La Concessione Edilizia 7561 del 9 giugno 2003 è scaduta perché sono decorsi oltre 3 anni.
7) Il Provvedimento Autorizzativo Unico del giugno 2003, ha perso la sua efficacia perchè sono trascorsi 18 mesi più 12 mesi di proroga.
8) Il Sindaco, Fausto Pepe, tenta, in modo maldestro, di giustificare il suo improvviso e clamoroso cambio di posizione attribuendosi, addirittura, il merito per aver imposto a Zamparini condizioni molto vantaggiose per la città.
Egli sostiene, innanzitutto, che la Giunta comunale con la famigerata delibera 150 ha costretto l’imprenditore a ridurre la superficie di vendita da 17.500 mq a 11.700 mq. Ma questo non corrisponde affatto alla verità. Infatti oggi tutta la superficie dell’Ipermercato è interamente utilizzata. L’unica novità è rappresentata dal fatto che Zamparini ha dichiarato come superficie di esposizione, quella che prima veniva dichiarata di vendita, ma senza cambiare neppure il tipo di merce presentata al pubblico. Questo banale escamotage gli ha consentito di concordare con il Sindaco e la Giunta la possibilità di aprire senza i parcheggi necessari che dovevano assommare a 35.000 mq ed invece si riducono, sulla carta, ad appena 24.000 mq.
Il parcheggio all’ingresso, però, è in gran parte occupato da carrelli, quello sul lato opposto è solo destinato a scarico delle merci e l’area di sosta realizzata dall’altra parte della ferrovia è completamente inutilizzabile perchè non è fisicamente e funzionalmente contigua. Ed infatti non ci sono neppure i cartelli che indicano l’ingresso a quell’area di sosta, affianco all’ex casello ferroviario del famoso Km 100. Inoltre, la stradina di accesso a quell’area di sosta non è neppure asfaltata, perchè si tratta, come ha denunciato la LIPU, del tracciato della pista ciclabile per il quale la Provincia paga il fitto alle Ferrovie.
Il vero parcheggio dell’Ipermercato è quello a destra della strada che però è stato realizzato in area destinata a verde pubblico per essere a servizio del parco Fluviale e non può essere asservito alla struttura commerciale. La precedente Giunta di centrodestra autorizzò Zamparini ad annettere quel parcheggio all’area commerciale in cambio della rinuncia alla creazione dei parcheggi sui reperti archeologici. Con la Giunta attuale, invece, l’imprenditore ha realizzato 8.000 mq di parcheggi sull’area archeologica e poi è stato anche autorizzato ad utilizzare il Parcheggio del Parco Fluviale, a gratis.
Il Sindaco inoltre, sostiene di aver ottenuto da Zamparini addirittura 3 milioni di euro per le strade da realizzare, ma nella delibera 150 si legge che “gli oneri economici a carico della ditta Zamparini, compresi quelli per espropri, non supereranno complessivamente la somma di 1.000.000 (un milione) di euro fermo restando il diritto di scomputo”.
Quindi si tratta di una promessa addirittura inferiore alla spesa che la soc. Reti e Sviluppo, alla quale Zamparini è subentrata, si era impegnata a sborsare per l’acquisto di 33.000 mq di terreno da cedere alle Ferrovie in cambio dei terreni necessari per completare l’asse interquartiere nord-est. Va considerato, infine, che questo “regalo” di Zamparini deve essere scomputato “per eventuali residui debiti per oneri concessori od altro dovuto dalla ditta medesima al Comune”. Quindi Zamparini in cambio del “regalo” di cui si vanta il Sindaco, ha concordato che non pagherà l’ICI e tutte le altre tasse dovute al Comune

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