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Il ricatto del lavoro precario e malpagato

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Zamparini spalleggiato soprattutto dalla CGIL (che tristezza) dalla CISL e dalla UIL, ha incontrato il Sindaco per ribadire la sua decisione di aprire l’Ipermercato senza attendere le necessarie autorizzazioni. Mentre la CGIL si lamentava per il fatto che l’imprenditore “è costretto a venire in città accompagnato dai suoi avvocati per risolvere la questione”, la UIL ha ricordato che l’apertura dell’Ipermercato senza la strada che Zamparini si è impegnato a costruire, vuol dire bloccare tutta la zona.
Contro il tentativo di Zamparini e della CGIL di utilizzare i lavoratori per costringere l’Amministrazione comunale a consentire l’apertura del Centro Commerciale senza la strada e i parcheggi, si è espressa Rifondazione Comunista con il comunicato che segue. Sarebbe il caso di sapere perchè i DS, da quando Zamparini ha fatto l’accordo con la Ipercoop, su queste questioni non si sentono più.

IL MATTINO del 24/09/2006

Zamparini: l’apertura slitta di una settimana

GIANNI DE BLASIO Un tavolo tecnico tra amministrazione comunale, sindacati, associazioni dei commercianti e i rappresentanti di Zamparini, al fine di approfondire le questioni che, ancora oggi, sono di ostacolo all’apertura del centro commerciale «I Sanniti». La decisione è scaturita al termine dell’incontro di ieri mattina, presieduto dal sindaco e presente lo stesso Zamparini. «Si è trattato di un incontro interlocutorio – dice il sindaco -, voluto dai sindacati. Abbiamo confermato disponibilità a reperire soluzioni, ma certo, c’è un’ordinanza di sospensione e i problemi sollevati, oltre a quelli della viabilità, vanno risolti». Dal canto suo, Zamparini trae auspici positivi: «Si costituisce finalmente un tavolo per costruire e non per distruggere». Naturalmente, di aprire il 28 settembre non se ne parla, probabilmente l’inaugurazione slitterà agli inizi di ottobre. Ringrazio i sindacati che hanno rilevato la questione occupazionale». I problemi, almeno a sentire il lungo intervento di Roberto Prozzo, legale di Zamparini, sia per l’altezza del fabbricato che dei parcheggi, sono facilmente rimuovibili. Oggi, saranno ricevuti dal sindaco Pepe la Lipu, Slai Cobas, Rifondazione Comunista e Confederazione Sindacale di Base. Fioccano, intanto, le prese di posizione.
Lo Slai Cobas ha scritto a Fausto Pepe: «I giudici amministrativi di Salerno, senza competenza territoriale, qualche minuto dopo il deposito del ricorso di cui il Comune non è ancora a conoscenza, hanno deciso di sospendere in via cautelare il provvedimento del Comune. Ma se il provvedimento non è stato ancora notificato a Zamparini, non si capisce come egli abbia potuto presentare il ricorso». Dopo aver ricordato le critiche agli amministratori del passato, lo Slai Cobas prende atto che «anche una parte consistente dell’amministrazione da Lei guidata, continua con atteggiamenti omissivi a sostenere le tesi di Zamparini».
Ed ecco la Lipu. «Constatata l’inerzia degli assessori, di tutti gli organi ed enti competenti nei confronti dei gravi fatti messi in atto dalla Ditta Zamparini, denunciati da questa associazione; rilevata l’incondizionata subordinazione di parte della sua amministrazione verso la Ditta Zamparini; richiamando le responsabilità del primo cittadino nella lotta contro ingerenze che nulla hanno a che fare con il buon governo», la Lipu chiede di incontrare Pepe con la massima urgenza. In campo anche Rifondazione. «Una delle più formidabili armi di pressione è rappresentata dai posti di lavoro che l’ipermercato garantirebbe. Si tratta di un tema a fortissimo impatto sociale, su cui Rifondazione – sia detto senza protervia – non accetta lezioni. Siamo talmente interessati alla cosa che desidereremmo che i contratti promessi e sottoscritti da Zamparini delineassero un quadro di “lavoro buono”, e non quella galassia della precarietà che depotenzia i diritti dei lavoratori e trasforma il vuoto così creato in enormi profitti per l’impresa». Infine, i Verdi; «Bene sta facendo l’amministrazione comunale a non permettere l’apertura dell’ipermercato Zamparini secondo la data da lui imposta, ma sarebbe opportuno ritardarne l’apertura ancora per qualche anno, o almeno fino a quando non saranno date risposte certe ai maggiori problemi riscontrati e che non sono rappresentati certo dalla maggiore altezza dello stabile».

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IL SANNIO QUOTIDIANO

Iper, pesa il dramma occupazionale
Data: 24-09-2006

Attesa per l’entrata in servizio dei circa 300 operatori previsti. Da lunedì riunito il tavolo tecnico

(pb) Attesa per l’apertura del centro commerciale e tavolo tecnico riconvocato a lunedì. E’ quanto emerso dall’incontro svoltosi ieri mattina a Palazzo Mosti in relazione all’apertura del centro commerciale ‘I Sanniti’, alla presenza del sindaco Fausto Pepe, degli assessori Lepore, Iadanza, Ionico e Medici, e dei rappresentanti sindacali.
L’attesa della citt�
L’incontro era stato chiesto proprio dai sindacati per affrontare gli aspetti legati alle ricadute occupazionali dell’intervento la cui apertura era annunciata per giovedì 28 settembre. Una data che sembra destinata a slittare, anche se a Palazzo Mosti si guarda con ottimismo alla possibilità di superare le residue difficoltà. Il primo cittadino Fausto Pepe ha ribadito anche ieri all’imprenditore friulano l’interesse verso l’iniziativa, da armonizzare però con il rispetto delle previsioni normative, sui tre versanti chiave della viabilità, della regolarità edilizio – urbanistica dei lavori e del rispetto dei requisiti commerciali posti a base dell’autorizzazione G.A.C.P. Intanto la città segue con grande interesse il dibattito, spesso intricato, scatenatosi sulla questione. Da un lato il rincorrersi delle notizie riguardanti le verifiche tecniche, i pronunciamenti giudiziari, il rispetto dei parametri normativi, la regolarità formale e sostanziale degli atti che sottendono il via libera all’apertura. Dall’altra il drammatico confronto con le quotidiane difficoltà lavorative che, almeno si pensa, potrebbero trovare una soluzione proprio in questo nuovo “iper investimento” del noto imprenditore. Zamparini ha assicurato ieri che il centro commerciale sarà in grado, a regime, di dare occupazione a 450 persone, e fin da subito ad oltre 300 unità. Un’emergenza, quella occupazionale, che a Benevento si avverte particolarmente, come ha confermato drammaticamente anche l’incontro di ieri mattina. I sindacati hanno fatto presente che, pur comprendendo le preoccupazioni per la viabilità, l’aspetto occupazionale deve essere considerato prevalente ai fini delle valutazioni, per cui hanno auspicato l’apertura nei tempi previsti. Non sono mancati poi momenti di particolare intensità, con il racconto di situazioni di disagio vissute da alcune famiglie della città con più figli in cerca di lavoro. Il timore diffuso è che l’opportunità offerta dal nuovo centro commerciale possa essere messa in discussione dalle controversie politiche. Preoccupazioni che il sindaco ha tentato di dissolvere, garantendo l’assunzione di decisioni capaci di contemperare regolarità degli atti e tutela dell’investimento privato.
Viabilità inadeguata
Tra i rappresentanti sindacali intervenuti, il leader della Uil, Fioravante Bosco, ha evidenziato le difficoltà legate alla viabilità della zona che appare fortemente inadeguata. Zamparini ha ribadito la disponibilità a realizzare in tempi brevi e a proprie spese l’asse che dovrebbe collegare l’iper alla Rotonda dei Pentri, non appena il Comune metterà a disposizione le relative aree. Sul punto intervengono con una nota i Verdi che evidenziano “il trattamento di favore ricevuto a Benevento da Zamparini. Solo qui poteva succedere che un iper potesse avviare l’attività senza nessuna uscita su strada di primaria importanza. E’ assurdo pensare che Via Valfortore, strada larga poco più di sei metri, possa far defluire circa 10mila veicoli giornalieri”. I Verdi rimarcano inoltre “la distruzione dell’habitat naturale dell’area a Parco fluviale”. La polemica politica
Ma quello dei Verdi non è l’unico intervento critico. In una lettera indirizzata al sindaco Pepe, lo Slai Cobas provinciale ricorda di aver “denunciato le responsabilità dei precedenti amministratori comunali per le tante forzature, ma ora siamo costretti a prendere atto, con preoccupazione, che anche una parte consistente dell’Amministrazione in carica continua con atteggiamenti omissivi a sostenere le tesi di Zamparini”. Lo Slai Cobas chiede un incontro urgente al sindaco “al fine di chiarire le tante questioni relative non solo agli aspetti occupazionali ma anche al ripristino della legalità violata, alla trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa, alla necessità di tutelare anche gli abitanti della zona e dell’intera città”. Stessa richiesta rivolta dalla Lipu: «Rileviamo l’incondizionata subordinazione di parte dell’Amministrazione verso la ditta Zamparini, divenuta il ‘dominus’ della città. Il sindaco deve farsi garante dei veri interessi della città».
Per la Federazione provinciale di Rifondazione comunista è opportuno procedere a una verifica complessiva della questione, per far sì che gli interessi pubblici non soccombano alle istanze del privato. “Una delle più formidabili armi di pressione – affermano i comunisti sanniti – è rappresentata dai posti di lavoro che il nuovo ipermercato garantirebbe. Siamo talmente interessati alla cosa che desidereremmo che i contratti promessi e sottoscritti da Zamparini delineassero un quadro di “lavoro buono” e non quella galassia della precarietà che depotenzia i diritti dei lavoratori e trasforma il vuoto così creato in enormi profitti per l’impresa”. Il monito dell’ex assessore
“La nuova brutta figura dell’Amministrazione, determinata dalla decisione del Tar di revocare la sospensione dei lavori ci spinge a ritornare sulla revoca della delibera 84, preoccupati soprattutto dalla possibilità che l’azienda possa fare ricorso al Tar, con eventuale successiva richiesta di risarcimento danno”. Lo afferma Fernando Petrucciano, consigliere comunale di An già assessore all’Urbanistica. “Non vi è nulla di più oscuro, dannoso, a mio parere illegittimo, sicuramente non opportuno – dice Petrucciano – di quell’atto amministrativo con il quale non si è data la possibilità di trasferire i parcheggi, nel rispetto assoluto della previsione legislativa (legge regionale dicembre 2004) e con un atto di grande trasparenza (Conferenza di servizio del settembre 2005), nel quale venivano convenuti tra il privato, la Soprintendenza e il Comune accordi sottoscritti innanzi tutto nell’interesse della città. Città che si arricchiva due volte: la prima con la valorizzazione dei luoghi che finalmente potevano mostrare ciò che nei secoli avevano conservato; la seconda perché tutto questo avveniva con spesa a totale carico del privato. Oggi con l’iniziativa della giunta Pepe tutto ciò è stato annullato. I reperti sono stati coperti e la città si impoverisce. Restano, però, i contenziosi giudiziari. Complimenti, nuova amministrazione!”.

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PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Federazione di Benevento

COMUNICATO STAMPA Benevento, 23 settembre 2006

Il caso dell’ipermercato “I Sanniti” non rappresenta soltanto un nodo spinoso per le Amministrazioni comunali che si sono succedute, ma anche un’utile occasione di riflessione per quanti credono che la “cosa pubblica” non sia una mera estensione degli interessi privati.

L’intera vicenda è segnata da numerose incongruenze, così come evidenti appaiono le inadempienze dell’imprenditore privato, Zamparini, il cui ostentato decisionismo appare talvolta sopra le righe. La mancata corrispondenza tra progetto e realizzazione, il “creativo” calcolo delle aree di sosta, il parco fluviale, la viabilità, e in genere l’assetto complessivo della zona dell’ipermercato (soprattutto dopo il difficile esordio di Leclerc), sono temi che dovrebbero suscitare un’esigenza di chiarezza: per questo riteniamo fondamentale che siano poste in essere quelle verifiche puntuali che da più parte vengono sollecitate. Solo in questo modo sarà possibile capire chi ha sbagliato cosa, come rimediare agli errori, e soprattutto come evitare che le esigenze pubbliche siano ancora una volta ancillari alla logica del profitto.

Sappiamo bene che l’Amministrazione di centro-sinistra sta subendo fortissime pressioni affinché la questione venga chiusa al più presto, a prescindere dalla qualità delle soluzioni da adottare. Una delle più formidabili armi di pressione è rappresentata dai posti di lavoro che il nuovo ipermercato garantirebbe. Si tratta di un tema a fortissimo impatto sociale, su cui Rifondazione Comunista – sia detto senza protervia – non accetta lezioni da nessuno. Siamo talmente interessati alla cosa che desidereremmo che i contratti promessi e sottoscritti da Zamparini delineassero un quadro di “lavoro buono”, e non quella galassia della precarietà che depotenzia i diritti dei lavoratori e trasforma il vuoto così creato in enormi profitti per l’impresa. Siamo convinti che anche i sindacati, tutti i sindacati che giustamente sollevano questo tema importantissimo, sono d’accordo con l’idea di guardare il quadro complessivo e di non lasciarsi stringere nell’insidiosa logica delle scelte (presuntamente) obbligate.

Sia chiaro che non ce l’abbiamo con Zamparini: lo spostamento della ricchezza dal mondo del lavoro ai ceti più abbienti è scritto nei dati ufficiali e in tutte le analisi statistiche. Il modo in cui si è dipanata l’intera vicenda dimostra che c’è una concezione della politica, dell’amministrazione e dell’impresa che proprio non ci riesce di accettare. La maggioranza di centro-sinistra, e il Sindaco Pepe davanti a tutti, hanno assunto la difficile sfida di conciliare il bene pubblico con i posti di lavoro. Rifondazione Comunista sostiene questo sforzo, consapevole delle condizioni difficili e talvolta contraddittorie in cui esso viene profuso.

Chiediamo chiarezza e linearità. Chiediamo lavoro buono ma anche condizioni di vivibilità, la salvaguardia dell’area fluviale e il rispetto delle regole. Non ci piace il legalismo, inteso come formalismo fine a se stesso ed impermeabile alle istanze sociali: preferiamo le garanzie costituzionali, che mettono tutti sullo stesso piano e parlano pertanto di democrazia. Non abbiamo mai creduto alla necessaria contraddizione tra ambiente e lavoro.

Se qualcuno volesse far passare un messaggio diverso, sarebbe davvero paradossale il quadro che ne verrebbe fuori: Benevento sarebbe una sorta di mondo a testa in giù, in cui Rifondazione Comunista e il Sindaco sarebbero contro i lavoratori e Zamparini dalla loro parte. Francamente, ci sembra davvero troppo.

Segreteria provinciale PRC-SE

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