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Il viandante barcollante, l’emergenza sanitaria e quella democratica. La nomina rocambolesca alla Gesesa

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C’è anche un’emergenza democratica a Benevento: 2.000 positivi o a rischio Covid sono chiusi in casa senza la dovuta assistenza ma Mastella si dedica soprattutto alla sua immagine. 

 Comunicato stampa del 23 novembre 2020

Siamo ormai abituati ad informazioni sull’evoluzione del contagio da Covid19 che si limitano ad annunciare l’aumento dei positivi e dei deceduti, trascurando alcuni altri importanti aspetti, come, ad esempio, la vita quotidiana dei contagiati non ricoverati.

Nel Sannio ci sono 1.504 persone attualmente positive al Coronavirus, 93 sono ricoverati  e gli altri 1.411 sono casa. A Benevento sono circa 280, per fortuna in gran parte (almeno 250) non hanno sintomi, che sono costretti a casa coinvolgendo  in complesse necessità organizzative le loro famiglie, altri parenti ed affini più stretti e colleghi di lavoro.  Quasi 2.000 persone.

Per evitare ulteriori contagi sono necessari seri tamponi molecolari (non i farlocchi test da piccolo chimico) con esiti entro 48 ore; immediata dichiarazione di quarantena da parte della ASL per i soggetti a rischio; consegna dei contenitori per la raccolta dei rifiuti; assistenza medica domiciliare.

Invece, la individuazione  dei soggetti a rischio da parte della ASL è tardiva, gli esiti dei tamponi arrivano dopo molti giorni come i contenitori per i rifiuti; i medici di base fanno il possibile.

Insomma, tutta l’organizzazione che avrebbe dovuto garantire il tracciamento dei casi a rischio e l’isolamento dei contagi, è miseramente fallita e quindi i positivi Covid, anche se asintomatici, si arrangiano in silenzio e con la collaborazione  di parenti e amici. Solo grazie a questa rete di persone responsabili ed attente, il contagio non si è esteso ulteriormente.

Tace il sindaco Mastella sui ritardi della ASL e le difficoltà dei contagiati e si dedica invece alle ordinanze  per i frequentatori del centro storico, i minori che parlano mentre stanno fermi e i fumatori che abbassano la mascherina e creano rischio di contagio per 5 o 6 minuti. Intanto, si ammalano altri dipendenti del Comune, costretti a lavorare a rischio contagio per cinque o sei ore al giorno.

Mastella per ottenere visibilità dalla stampa nazionale confessa di essere un “viandante”  che si barcamena tra destra e sinistra per mantenere il potere e tenta, anche con il linguaggio inaccettabile per un sindaco nelle sue telefonate ai cittadini, di spostare l’attenzione dai gravi problemi amministrativi.

Gli fanno eco i suoi assessori e consiglieri impegnati a spiegare che questo è il più capace amministratore d’Italia, il più bravo a scrivere ordinanze  che tutti copiano.

La necessità di curare solo l’apparenza invece che i provvedimenti necessari per amministrare seriamente questa città, orienta anche i comunicati per giustificare nomine ed incarichi.

L’ultima, quella alla Gesesa è davvero emblematica.

Mastella, dopo aver ricordato che la società per i servizi idrici e la depurazione vive una  “situazione delicata” ha nominato presidente l’avvocato Domenico Russo, suo legale di fiducia e presidente della Camera Penale.

A maggio scorso il Giudice  per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento ha sequestrato diversi depuratori  gestiti dalla Gesesa a seguito di una inchiesta della Procura della Repubblica, ancora in corso,  che coinvolge anche la società Tecnobios  della quale è comproprietaria l’assessore Maria Carmela Mignone. Tra gli indagati c’è anche un tecnico della stessa Gesesa difeso proprio dall’avvocato Russo, fino a pochi mesi fa.

Normalmente tale nomina sarebbe apparsa quantomeno non opportuna, invece a Benevento in questo momento, nessuno si scandalizza e anzi, alcuni autorevoli avvocati, assessori o consiglieri comunali, anche di finta opposizione, tacciono compiaciuti. 

Siamo, quindi, in piena emergenza democratica e non solo sanitaria.

La presidente Sandra Sandrucci

 

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