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I frati del Fatebenefratelli accontentano la ministra, il bar allo zio di De Girolamo

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Da Il Fatto quotidiano del 9 gennaio 2014

De Girolamo, ecco il contratto di affitto che prova il favore allo zio.
Il parente dell’esponente Ncd e responsabile delle politiche agricole nel governo Letta voleva il bar di un ospedale di Benevento. E lei ha invocato un’ispezione. Alla fine i carabinieri del Nas hanno controllato il locale e imposto la chiusura temporanea. Alla riapertura, il bar è finito nelle mani di persone vicine al ministro stesso.

di Vincenzo Iurillo e Marco Lillo

La storia che in un paese normale dovrebbe portare alle dimissioni del ministro De Girolamo si può riassumere così: in una contesa tra due fratelli per ottenere l’affitto di un bar di un ospedale interviene il deputato del Pdl e chiede l’intervento dei manager della Asl in favore di suo zio. Il primo fratello, Maurizio Liguori, da decenni gestisce il bar del Sacro Cuore – Fatebenefratelli di Benevento (intestato al padre) con un fatturato di circa 200mila euro all’anno circa. Nunzia De Girolamo fa pressioni sulla direzione della Provincia Religiosa dell’ospedale perché quel bar, dopo la scadenza del contratto di affitto, sia tolto – magari con un provvedimento giudiziario di urgenza – a Maurizio Liguori e sia dato al fratello, Franco Liguori. Il politico alla fine ha raggiunto il suo obiettivo: Il Fatto pubblica oggi il contratto di affitto di azienda  siglato il 30 settembre che rappresenta la sua vittoria nella contesa familiare.

Il bar passa dalla società gestita da Maurizio Liguori e intestata al padre ottantenne Mario all’impresa di Giorgia Liguori, figlia del fratello di Maurizio, quel Franco Liguori che oggi siede dietro alla cassa come su un trono conquistato dopo una lotta fratricida. Le parentele da queste parti suscitano grandi odi ma anche grandi amori. Maurizio Liguori, il fratello sconfitto, non è parente di Nunzia De Girolamo. Franco invece ha sposato la sorella della mamma del massimo esponente del Pdl a Benevento. Margherita De Iapinis – la mamma del politico che fa le pressioni per il bar – e Raffaella – la mamma di Giorgia Liguori che ne beneficia – abitano in case adiacenti. Nunzia De Girolamo per “accelerare” la firma del contratto di affitto di azienda in favore della cugina e dello zio ordina al ‘suo uomo’ nell’ente vigilante, cioè il direttore generale della Asl di Benevento Michele Rossi, la celebre frase svelata dal Fatto: “al Fatebenefratelli (…) mandagli i controlli e vaffanculo”. La Guardia di Finanza “allo stato” non rileva alcun reato.

Il Fatto ora ha scoperto che il bar dell’ospedale Sacro Cuore di Benevento, a novembre del 2012, quindi quattro mesi dopo quell’ordine al direttore generale registrato a tradimento dal direttore amministrativo della Asl di Benevento, Felice Pisapia, è stato chiuso dopo un controllo. “L’ispezione l’abbiamo avuta nel novembre 2012”, racconta Maurizio Liguori, “sono venuti addirittura i Nas direttamente da Salerno e sono stati sei ore. Da quel giorno il bar è rimasto chiuso e poi ne è stato aperto un altro con una nuova gestione. Ho avuto anche una sanzione economica, 3mila euro mi pare”. Al termine dell’intervento i Nas rilevarono delle infrazioni e, come impone il regolamento europeo chiamarono per stilare il verbale di chiusura, un funzionario della Asl di Benevento, Alfredo Gorgonio.

Durante la conversazione registrata a tradimento a luglio, Nunzia De Girolamo aveva detto al direttore generale della Asl di Benevento Michele Rossi: “Sono degli stronzi… Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. (….) Mandagli i controlli e vaffanculo… Carrozza (Giovanni, direttore amministrativo dell’ospedale Ndr) mi ha preso per il culo”. Felice Pisapia, ex direttore amministrativo della Asl beneventana finito sotto inchiesta perché accusato di truffe e malversazioni, registrava e lei diceva: “Fra Pietro (Cicinelli, presidente della Provincia Religiosa del Fatebenefratelli, Ndr) sa che c’è un problema al Fatebenefratelli a Benevento e dà l’ok”. Poi aggiungeva che i frati “sono tirchi a morire” e che per sbloccare l’affitto allo zio un modo c’era: “Perciò se tu gli crei un problema di controllo devi vedere come diventano tirchi! (ironico Ndr). Devi vedere Fra Pietro come dice a Carrozza (Giovanni Carrozza, il direttore amministrativo dell’Ospedale, dipendente da frate Cicinelli, Ndr): accelera! E fagli il 700 (cioé l’articolo 700 del rito d’urgenza che De Girolamo sognava contro il vecchio gestore del bar che non voleva schiodare, Ndr)”.

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