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Piano-casa: lo stop dalle Regioni

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villa-ber
Da La Repubblica del  26.03.2009

Accantonato il piano per l’edilizia.
Le Regioni: non ci sarà il decreto
Paola Coppola, Luca Iezzi

Alla fine l’hanno spuntata le Regioni. Si allungano i tempi per il piano-casa e, di fatto, si riparte da zero. Bocciata nel metodo e nel merito la bozza di decreto legge del governo sulle misure urgenti per stimolare il settore edilizio. Dopo lo stop dei governatori si punta ora a una piattaforma fatta di principi e scelte condivise. Il piano sarà riscritto e, quanto allo strumento legislativo per adottarlo, si vedrà. Ma per il momento sfuma l’ipotesi di procedere per decreto legge.
I contenuti passano in mano a un tavolo tecnico-politico che da stamattina si mette al lavoro per trovare un’intesa con le Regioni, entro martedì. Discuterà il problema delle competenze su una materia concorrente e le azioni necessarie a rilanciare il settore. Poi ci sarà una nuova Conferenza unificata.

Berlusconi è il primo ad aprire al confronto. «L’urgenza resta ma non è detto che il dl sia lo strumento più opportuno», dice ai governatori a Palazzo Chigi e ripete che il governo vuole lavorare «in sintonia e in accordo con le autonomie locali». Rilancia anche il progetto per le “new town”, e accelera sul piano destinato alla realizzazione di abitazioni low-cost di edilizia pubblica destinate a giovani coppie e famiglie in difficoltà, un tema su cui si aprirà un altro tavolo di confronto con le Regioni.
Invece sul piano-casa si potrebbe procedere o con un ddl o con una legge quadro, alla quale faranno seguito leggi regionali. senza escludere che rispunti il decreto. «Fatte le verifiche, il Consiglio dei ministri potrà poi valutare le modalità con cui procedere», dice il ministro per gli Affari regionali, Fitto.

La maggior parte dei governatori non vuole il decreto: vorrebbe una legge quadro di principi generali che lasci alle leggi regionali le misure per stimolare il settore. Resta una priorità non consumare altro territorio ma migliorare la qualità dell’edilizia, ribadiscono i governatori di centrosinistra, e tenere conto che diverse realtà hanno già premi sulle cubature. Alla fine dell’incontro sono soddisfatti i governatori: «Ora si apre il lavoro che deve definire le competenze, il rilancio e la semplificazione normativa dell’edilizia», commenta il presidente della Conferenza delle Regioni, Errani. Il presidente Anci, Domenici: «Sono convinto che il confronto sia stato messo su binari migliori». E Bossi: «Le Regioni sono le benvenute a trattare con il nostro governo». Plaude l’opposizione il cambio di registro e Franceschini dice: «Pronti a discutere senza pregiudizi, a condizione che siano norme che non facciano correre il rischio di una devastazione del paesaggio». Ieri infine si è consumato lo strappo tra governo e Lega che in commissione Finanza della Camera si è schierata con il Pd contro la proposta dal sottosegretario all’Economia Vegas sull’allentamento dei vincoli di spesa per i comuni. Contestati il limite di 150 milioni l’anno, meno di 20 mila euro a comune. «Così prendiamo in giro i Comuni» sostengono i deputati del Carroccio, ma per Vegas «il discorso enti locali è chiuso per il 2009. L’alternativa è lasciare tutto com’è». Lo scontro ha portato al blocco delle votazioni del decreto incentivi.

Berlusconi: “Sulla casa decidiamo noi.
I disoccupati? Trovino qualcosa da fare”
Gianluca Luzi

«Se uno perde il lavoro non stia lì a piangere, ma si dia da fare per cercare un nuovo lavoro». Silvio Berlusconi è a Napoli per accendere – stamattina – il termovalorizzatore di Acerra. Ieri sera, prima della cena con gli imprenditori campani e con i vertici di Impregilo, l’azienda che ha realizzato il termovalorizzatore, nella hall dell’hotel Vesuvio annuncia che domani sul piano casa «ci sarà qualcosa di positivo in consiglio dei ministri» per avviare l’iter più appropriato «per non irritare le Regioni gelose delle proprie prerogative. Non c’è nessuna frenata, stiamo discutendo lo strumento ma alla fine decidiamo noi. Le Regioni non si possono sottrarre perché sul piano casa in giro c’è una aspettativa fantastica». Ma dopo un incontro con i sindacati della Fiat di Pomigliano – che gli hanno regalato un modellino di Alfa 159 rossa: «perché si ricordi di noi» – il tema è il lavoro e la crisi. Anche la Cgil ha «apprezzato gli impegni del premier sulla cassa integrazione» con l’eventualità di aumentare il termine da uno a due anni, e anche l’impegno ad aprire un tavolo con la Fiat e i sindacati. Ma solo il giorno prima il presidente del consiglio aveva sollecitato gli italiani a «lavorare di più», un invito che in tempi di crisi, licenziamenti e cassa integrazione massiccia, era sembrato un po’ fuori luogo. «Ma io mi riferivo a quelli che il lavoro ce l’hanno e lo mantengono», ha spiegato Berlusconi. E per quelli che invece il lavoro lo perdono, un consiglio: «Auspico che chi è stato licenziato trovi qualcosa da fare. Io di certo non starei con le mani in mano. Spero comunque che si faccia di tutto affinché non si lasci nessuno a casa. Anche gli imprenditori – si raccomanda Berlusconi – si devono inventare qualcosa». Ma la settima super – corta alla tedesca non convince il premier. E le banche, che la Confidustria ha bacchettato? Berlusconi nega che ci siano furbizie da parte degli istituti di credito: «Mettetevi però – ragiona il presidente del consiglio – nei panni di un direttore di banca che ha una propria moralità e cerca di dare i soldi solo a chi ha più possibilità di restituirli».

Burlando: “Un vano in più va bene ma il silenzio-assenso sarebbe la fine”
Massimo Minella

«Prima di lanciare nuove campagne, basterebbe restituire alle Regioni quello che è stato tolto». Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, si sente “rinfrancato” dalla decisione del governo di ritirare il decreto sul piano casa. Ma ora chiede che quanto fissato per l’edilizia pubblica nell’ultima finanziaria di Prodi, 550 milioni 18 dei quali per la Liguria, ora torni nelle disponibilità delle Regioni. «Sono soddisfatto, perché su un provvedimento tanto delicato ora si torna a discutere». «Da noi, e non solo, il silenzio-assenso avrebbe creato danni incalcolabili, sarebbero arrivate migliaia e migliaia di domande da esaminare in poche ore». Ma il governatore non chiude la porta a qualsiasi intervento. «Ci sono zone non ad alta intensità abitativa in cui ci sono degli spazi. Una legge ad hoc si può fare, ma bisogna intendersi. Se si tratta di rendere un sottotetto abitabile, non succede niente. Se si vuole alzare la casa di mezzo metro per ricavare un vano, abbattendo i consumi energetici, idem. Le sfide importanti sono sui progetti che possono favorire chi non ha le condizioni per avere la casa a prezzi di mercato».

Errani: “Ora disponibili a ragionare ma subito affitto sociale per i poveri”

«Siamo pronti a ragionare su misure anti-cicliche e sulla semplificazione delle regole con l’Esecutivo. Ma abbiamo ribadito che la bozza di decreto legge, quella che ci è stata sottoposta, presentava dei profili incostituzionali. E comunque non crediamo sia lo strumento più adatto per affrontare un tema come l’edilizia, che resta nelle competenze regionali. Ora mi aspetto ci sia la volontà di tutti e del governo di trovare un’intesa che consenta di salvaguardare le competenze e la qualità del governo del territorio». È il commento di Vasco Errani, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, che chiarisce di aver posto al premier anche un altro problema: «L’emergenza di un piano casa». Spiega: «Esistono famiglie che non hanno un reddito sufficiente a comprare una casa o pagare un affitto a prezzi di mercato. Serve un piano per il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica e per introdurre un “affitto sociale” per famiglie del genere. Anche questa è una grande azione anticiclica che risponde alle esigenze di centinaia di persone. Abbiamo avuto assicurazioni che il tema sarà al centro di un altro tavolo tecnico». (p.co.)

Cappellacci scommette sull’intesa “E proteggerò le coste dell´isola”
Giuseppe Porcu

«Il tavolo tecnico-politico aperto a Palazzo Chigi produrrà soluzioni condivise anche da Regioni e Comuni», dice Ugo Cappellaci del Pdl, nuovo governatore della Sardegna. «Sono soddisfatto – aggiunge – per la decisione del governo di non utilizzare lo strumento del decreto sul quale le Regioni nutrivano molte perplessità».

«Io sono a favore di questo intervento – spiega Cappellacci – perché è una grande occasione per l’ammodernamento del patrimonio edilizio e aiuta il risparmio energetico, l’energia alternativa, la semplificazione amministrativa. Il cambio di destinazione d’uso è un passaggio non determinante in un provvedimento di questa portata. L’aumento delle cubature è invece importante perché stimola l’edilizia, e comunque va rapportato a un patrimonio edilizio che è in media di 120 metri quadri per casa. A proposito delle procedure in deroga, siamo di fronte a un piano straordinario e quindi bisogna accettare che si proceda anche in deroga ai piani regolatori. In Sardegna non permetteremo interventi entro i 300 metri dal mare e adotteremo la massima prudenza per fascia costiera e centri storici dove procederemo con precise limitazioni».

Chiodi: “Un boomerang tornare indietro premierò chi usa materiali ecologici”

«Bisogna capire che il provvedimento, a prescindere dalla sua forma legislativa, deve essere promulgato al più presto. Altrimenti si rischiano le conseguenze negative dell’effetto annuncio, come ricadute indesiderate sul mercato immobiliare», avverte il governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, che auspica un’intesa rapida tra governo e Regioni.

Il presidente della Regione Abruzzo aggiunge: «Guardiamo positivamente a queste misure perché possono stimolare l’economia. L’Abruzzo ha bisogno di contrastare gli effetti della disoccupazione e il piano è un classico provvedimento anti-ciclico. Servirà a dare nuovi posti di lavoro e per noi questa è una priorità».

Chiodi chiarisce che la Regione è pronta a fare una legge che premi – in termini di maggiori cubature – chi utilizza materiali ecologici o innovativi nelle costruzioni: «In questo modo, non si rischia alcuna cementificazione, ma si potranno creare – ripeto – nuovi posti di lavoro». E sul tavolo tecnico-politico che si apre oggi, commenta: «Sarà molto utile e sono certo che potremo proporre al governo un documento efficace». (p.co.)

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