La Soprintendeza deve tutelare il Parco Fluviale e non Zamparini
Stampa questo articoloLa LIPU, altrabenevento e Rifondazione Comunista scrivono alla Soprintendenza Archeologia per lamentare il comportamento contraddittorio tenuto a proposito della tutela degli importanti reperti rinvenuti nell’area dell’Ipermercato di via Valfortore.
La Soprintendente scrive al Sannio Quotidiano per mostrarsi risentita, ma non risponde assolutamente alla richiesta di ritiro del parere favorevole concesso all’imprenditore friulano che da anni cerca di aggredire l’area destinata a Parco Fluviale per realizzarvi un enorme parcheggio a servizio del Centro Commerciale
Alla dott.ssa Giuliana TOCCO
Soprintendenza per i Beni Archeologici
delle province di Salerno, Avellino e Benevento
via Trotula de’ Ruggiero, 6/7
84100 SALERNO
Alla dott.ssa Luigina TOMAI
Ufficio della Soprintendenza
per i Beni Archeologici
Viale degli Atlantici
82100 BENEVENTO
p.c. Al dott. Stefano DE CARO
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Campania
Castel dell’Ovo, Via Eldorado, 1
80132 NAPOLI
p.c. Alla dott.ssa Anna Maria REGGIANI
Direzione Generale per i Beni Archeologici
Via di San Michele, 22
00153 ROMA
p.c. Alla Procura della Repubblica di Benevento
c/o Tribunale di Benevento
Oggetto : Tutela e valorizzazione delle strutture archeologiche rinvenute in via Valfortore nell’area dell’Ipermercato ” I Sanniti”.
Codesta Soprintendenza nello scorso mese di agosto, con la nota Prot.10622/1I inviata al Comune di Benevento ed alla Ditta Individuale Maurizio Zamparini, ha comunicato, finalmente, che nell’area posta lungo via Valfortore interessata alla realizzazione dell’Ipermercato “I Sanniti”, è venuta alla luce “una complessa stratificazione insediativa databile, senza soluzioni di continuità, tra l’età del Bronzo Antico e l’epoca moderna “. Codesto Ufficio ha accertato che si tratta di scoperte di grandissima importanza precisando che “tra i rinvenimenti di particolare rilievo, spiccano un tratto di acquedotto di età imperiale, in buono stato di conservazione, alcune strutture murarie in opus reticulatum pertinenti ad un edificio databile al secondo secolo d.C…., un’area acciottolata risalente all’età del ferro e cospicui livelli di frequentazione pertinenti al bronzo antico”.
Si tratta di una scoperta di grande valore certamente non del tutto inattesa, considerato che negli anni passati, proprio lungo via Valfortore, sul percorso di un’antica strada che collegava Benevento con l’Alto Sannio, a poca distanza dall’area dell’Ipermercato, sono stati portati alla luce altri reperti di grande importanza tra cui sepolture e resti di insediamenti sempre riconducibili all’età del Bronzo Antico.
Per questo motivo non si comprende perché codesta Soprintendenza abbia dato parere favorevole alla realizzazione di una grande struttura commerciale in buona parte interrata, su un’area di accertato valore archeologico dove, infatti ed inevitabilmente, sono venute alla luce altre preesistenze che in parte sono state già distrutte durante l’esecuzione dei lavori.
Risulta ancora più grave che, contrariamente a quanto accaduto in altri casi, nessuna manifestazione pubblica è stata organizzata e nessuna mostra è stata allestita per far conoscere a tutta la città l’importanza dei ritrovamenti e la particolare caratteristica dei reperti rinvenuti. Addirittura con il parere prot. 4142/19S del 29 aprile 2005, codesto Ufficio ha espresso parere favorevole di massima alla realizzazione di un parcheggio a raso e di una strada proprio sui resti dell’acquedotto romano e sulle restanti strutture archeologiche.
Dopo qualche mese, invece, codesta Soprintendenza con la nota suindicata prot. 10622/1I cambia idea decidendo di sottolineare che “la estensione e la tipologia di tali rinvenimenti arricchiscono notevolmente la documentazione archeologica proveniente da quest’area…” al punto da ritenere non più realizzabile il parcheggio di 5.440 mq. sulle strutture archeologiche che debbono essere valorizzate.
Subito dopo, però, nella predetta lettera prot. 10622/1I dell’11 agosto 2005, codesto Ufficio mostrando una ingiustificata preoccupazione per le ragioni del committente dell’Ipermercato, il quale non potrebbe rinunciare al parcheggio “in considerazione dei parametri stabiliti dalla Legge Regionale 1/2000″, propone una variante urbanistica per consentire alla Ditta Individuale Maurizio Zamparini di annettere all’Ipermercato un’area destinata a Parco Fluviale sulla quale si intende realizzare un enorme parcheggio di 22.000 mq in sostituzione del primo parcheggio in area archeologica di 5.440 mq.
Appare veramente assurdo che l’importanza del ritrovamento archeologico finora mai pubblicizzato, venga utilizzata per giustificare la pretesa della Ditta Zamparini la quale già dal 2002, prima ancora del rilascio della Concessione Edilizia dichiarava, con atto pubblico, di volere asservire illegittimamente all’Ipermercato un parcheggio da 24.000 mq da realizzare in un’area destinata a Parco Fluviale.
Il comportamento di codesta Soprintendenza risulta ancora più assurdo se si tiene conto che per l’Ipermercato “I Sanniti” è stato presentato un progetto che prevede 44.255 mq. di aree destinate a parcheggio mentre la Legge Regionale sul Commercio ne impone, per la tipologia di quel Centro Commerciale, solo 33.000 mq. Appare evidente, pertanto, che se la Ditta Zamparini non realizza il parcheggio di mq. 5.440, previsto laddove sono emersi gli importanti reperti archeologici da salvare e valorizzare, sarebbero pienamente rispettati i parametri previsti dalla Legge Regionale sul commercio, di cui codesta Soprintendenza inutilmente si preoccupa.
Per questo motivo si chiede
che sia ritirata la proposta di variante urbanistica avanzata con la nota prot. 10622/1I dell’11 agosto 2000 ed il conseguente parere favorevole rilasciato nella conferenza di servizi dell’8 settembre 2005, perché è necessario tutelare l’area destinata a Parco Fluviale che non può essere sacrificato agli interessi di un privato in danno degli interessi pubblici.
Risulta, inoltre, indispensabile che codesta Soprintendenza richieda la immediata sospensione dei lavori di realizzazione dell’Ipermercato tenuto conto che il Permesso di Costruire n. 231 del 12/10/2005 prevede tuttora la realizzazione di un parcheggio a raso sull’area archeologica che invece deve essere tutelata e valorizzata.
Benevento, 3 aprile 2006
Slai Cobas- Altrabenevento LIPU Sez. Benevento Partito della Rifondazione Comunista
Gabriele Corona Marcello Stefanucci Gianluca Serafini
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IL SANNIO QUOTIDIANO del 13-04-2006
Ipermercato Zamparini, replica la Soprintendenza
In relazione all’articolo dello scorso quattro aprile, relativo alla nota inviata dall’Associazione “Altra Benevento”, dalla LIPU e dal Partito della Rifondazione Comunista sulle vicende legate all’Ipermercato in via di completamento a Benevento, in Via Valfortore, arriva, “considerati gli evidenti errori ed inesattezze che stravolgono completamente la realtà dei fatti”, la replica della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Salerno, Avellino e Benevento. Un documento che pubblichiamo integralmente.
“In primo luogo occorre precisare che la Soprintendenza, prima dell’inizio dei lavori, non ha rilasciato alcun parere di merito, poiché la zona in questione non rientra in quelle per cui il Piano Regolatore della Città di Benevento prevede l’obbligo di sottoporre all’approvazione preliminare della Soprintendenza per i Beni Archeologici i progetti di interventi edilizi, nè l’area in questione, all’epoca, era vincolata ai sensi della normativa vigente sui beni culturali. Pertanto, non è stato rilasciato da quest’Ufficio alcun “parere favorevole alla realizzazione di una grande struttura commerciale, in buona parte interrata, su un’area di accertato valore archeologico”, come riportato nelle dichiarazioni rilasciate dalle Associazioni citate in precedenza.
La Soprintendenza è intervenuta solo nell’estate del 2003, allorquando, a seguito dei lavori di sbancamento eseguiti per la costruzione del fabbricato, è venuto alla luce un primo tratto di acquedotto di epoca romana. Immediatamente hanno preso avvio le indagini archeologiche, condotte a spese del Committente e attualmente ancora in corso, con le quali è stata esplorata integralmente l’area non interessata dallo sbancamento e, nel progetto originario, destinata a parcheggio.
Gli scavi archeologici hanno consentito di portare alla luce un lungo tratto di acquedotto di epoca imperiale, parte di un edificio databile al II secolo d.C, alcune sepolture tardo-antiche ed altre interessanti evidenze riferibili all’Età del Ferro e all’Età del Bronzo Antico. Al fine di preservare l’intero tratto di acquedotto, è stato disposto l’arretramento di circa sei metri del fabbricato destinato all’Ipermercato e, naturalmente, il divieto di realizzare il livello interrato di parcheggio previsto nel progetto originario.
Il parere citato dalle Associazioni (n. prot. 4142/19 S del 29.4.2005), quindi, autorizzava la realizzazione del parcheggio a raso, prescrivendo alla Ditta Zamparini che fossero conservate a vista, restaurate e opportunamente valorizzate le strutture più significative rinvenute nell’area, ovvero l’acquedotto e l’edificio in opus reticulatum di epoca imperiale.
Per quanto attiene alle evidenze non monumentali e, soprattutto, difficilmente musealizzabili come quelle risalenti al periodo preistorico e protostorico, si prescriveva che venissero debitamente preservate e ricoperte secondo le disposizioni della stessa Soprintendenza.
Essendo di per sé un parcheggio facilmente reversibile, poteva ritenersi in tal modo assicurata la tutela e la conservazione di tutte le preesistenze archeologiche, non escludendo la possibilità di intervenire successivamente, con finanziamenti ad hoc, con un progetto complessivo mirante alla loro valorizzazione.
Nei mesi successivi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici ha appreso del progetto relativo al Parco Fluviale e, di conseguenza, ha valutato la possibilità che potessero essere salvaguardate ancora più favorevolmente le preesistenze archeologiche portate alla luce.
Infatti la realizzazione, in area limitrofa, del Parco Fluviale, il cui progetto già prevedeva un parcheggio, poteva consentire, previa consultazione degli Enti competenti, la delocalizzazione del parcheggio insistente sull’area archeologica, a servizio dell’Ipermercato.
Pertanto, la Soprintendenza ha invitato il Comune, la Soprintendenza BAPPSAE di Caserta ed il Committente a valutare tale proposta, che è stata oggetto di una Conferenza di Servizi svoltasi presso il Comune di Benevento l’8 Settembre 2005. In quella sede, tutti i partecipanti al Tavolo non hanno sollevato obiezioni o riscontrato impedimenti, visto che, peraltro, il Parco Archeologico sarebbe stato connesso al Parco Fluviale, guadagnando alla collettività un ampio spazio pubblico dalle molteplici valenze. A tutti è apparsa evidente l’opportunità di cogliere quest’occasione per realizzare un’ampia sistemazione dell’area, destinata a valorizzare, al tempo stesso, le potenzialità ambientali ed archeologiche del sito, attualmente molto degradato. In quest’ottica, è stato convenuto che l’antico casale presente nella zona, destinato, nel progetto originario, ad essere demolito, sarebbe stato recuperato e restaurato, divenendo punto d’accoglienza e polo informativo sia del Parco Archeologico sia di quello Fluviale. Come risulta dal verbale stilato in quell’occasione, è stato determinato pertanto che la Ditta Zamparini si sarebbe impegnata a redigere una variante progettuale in questo senso.
Questa, in sintesi, la dinamica degli eventi in cui la Soprintendenza è stata coinvolta. Alla luce di quanto detto, assolutamente strumentale e priva di ogni fondamento appare la polemica intentata dagli esponenti delle Associazioni Altra Benevento, LIPU e Partito della Rifondazione Comunista. In questa vicenda, infatti, ogni atto della Soprintendenza è stato rivolto ad assicurare la messa in luce, la documentazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle evidenze archeologiche rinvenute in Via Valfortore, in linea, d’altronde, con gli orientamenti che la Soprintendenza persegue da anni nella tutela del territorio beneventano.
A questo proposito è opportuno sottolineare che, proprio per estendere il controllo preventivo ad altre aree non comprese nelle zone dell’attuale PRG sottoposte al parere preliminare della Soprintendenza per quanto attiene a lavori e opere edilizie, è stato richiesto ufficialmente al Comune di Benevento di tenere nel debito conto, nella redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, altre aree a rischio archeologico, riportate in una planimetria di dettaglio che comprende, tra le altre, anche la zona di Via Valfortore.
Infine, un riscontro è dovuto anche alla contestazione relativa alla mancata informazione, da parte della Soprintendenza, riguardo ai ritrovamenti effettuati nell’area in questione. Anche questa osservazione è totalmente falsa e può essere ben dimostrato dagli articoli pubblicati sui quotidiani locali in data 1.7.2005, relativi alla conferenza stampa organizzata dalla Soprintendenza il giorno precedente presso l’ex Convento San Felice a Benevento. In quell’occasione furono illustrati gli interventi di scavo e le ricerche condotte a Benevento negli ultimi mesi e, quindi, anche lo scavo in corso in Via Valfortore. Sullo stesso quotidiano “Il Sannio”, figura proprio una foto dell’Acquedotto romano, così come ulteriori notizie relative a queste indagini si ricavano da altri articoli legati alla stessa vicenda apparsi sulla stampa locale.
In conclusione, si respingono con fermezza le accuse e le illazioni rivolte alla Soprintendenza, riservandosi di valutare nella sede opportuna anche il ricorso ad un’azione legale tesa a difendere l’immagine e l’operato di questa Amministrazione. Non si può fare a meno di sottolineare, infine, come da Associazioni impegnate a livello locale ci si aspetterebbe, piuttosto che polemiche e false accuse, una fattiva collaborazione alla salvaguardia e alla protezione del patrimonio archeologico, quotidianamente a rischio in un territorio, come quello beneventano, così ricco di monumenti e di importanti testimonianze antiche. Nel caso specifico, visto che i firmatari della nota che si riscontra sono così ben edotti sul valore archeologico della zona e, al tempo stesso, riescono a venire a conoscenza in via preventiva di progetti riguardanti le trasformazioni del territorio, non si comprende il motivo per cui non abbiano segnalato tempestivamente l’avvio dei lavori alla Soprintendenza e, invece, sollevino la questione solo dopo tre anni dall’inizio delle opere, fornendo per giunta una versione dei fatti erronea e fuorviante.
Un impegno congiunto a tutela dei beni archeologici, che rappresentano una delle ricchezze reali di Benevento, potrebbe far conseguire ben altri risultati, a livello di sviluppo e di valorizzazione, piuttosto che intraprendere deprecabili interventi strumentali miranti a polemizzare su vicende che, viceversa, la Soprintendenza ha gestito in maniera trasparente e coerente con i doveri e gli obiettivi che istituzionalmente persegue”.
Il Soprintendente
Dott.ssa Giuliana Tocco