ATTENZIONE: La pubblicazione degli articoli continua sul sito www.altrabeneventopossibile.it
You Are Here: Home » Ambiente » Centrale elettrica sotterranea » Un’alchimia per sostenere la centrale elettrica sotterranea che non convince neppure il proponente

Un’alchimia per sostenere la centrale elettrica sotterranea che non convince neppure il proponente

Stampa questo articolo Stampa questo articolo

Il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro nei giorni scorsi ha pubblicamente dichiarato che Repower, la società svizzera interessata alla realizzazione di una centrale elettrica interrata, non è più convinta di voler investire 600 milioni di euro nel Sannio. Il progetto presentato nel 2011 non ha finora ricevuto neppure la Valutazione di Impatto Ambientale favorevole dalla commissione ministeriale tante sono le criticità della proposta.

La centrale (90 metri x 45 x 50) a 500 metri di profondità dovrebbe pompare l’acqua dalla Diga di Campolattaro fino a un nuovo bacino da realizzare tra Morcone e Pontelandolfo con un consumo di energia elettrica superiore a quello che la stessa acqua poi per caduta dovrebbe produrre. Per realizzare questo obbrobrio il progetto prevede 7 enormi trafori da 10 metri di diametro ognuno per una lunghezza complessiva di oltre 10 km. su una faglia attiva del terremoto.

Della proposta di Repower si sono innamorati per primi il Presidente della Provincia, Cimitile e diversi assessori provinciali, compreso Aceto di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), al punto d’aver concesso l’uso delle acque della Diga di Campolattaro agli svizzeri prima ancora della presentazione del progetto al Ministero dimenticando evidentemente che quella risorsa è indispensabile per l’uso potabile. Il progetto è sostenuto anche dal Presidente della Regione Campania e dalla sua maggioranza di centrodestra (astenuto Colasanto) che recentemente ha inventato un parere favorevole assolutamente illegittimo.

Il PD in Campania si astiene ma a Benevento sostiene la necessità della centrale insieme alla Confindustria, alle ditte a caccia di affari, alla stampa orientata, agli amministratori locali che elemosinano qualche incarico e qualche “compensazione” in cambio della distruzione di boschi, sorgenti, produzioni di qualità e luoghi di interesse storico, naturalistico e turistico.

Finora solo Altrabenevento ha continuato a denunciare l’assurdità dell’opera che serve solo a speculare sul prezzo dell’energia e a devastare il territorio interessato, tutto compreso in aree protette dalla Comunità Europea ( vedi http://www.altrabenevento.org/altrabenevento/?cat=100)

Adesso Repower che tenta di realizzare in Italia centrali a turbogas o a carbone che i cittadini elvetici non vogliono, decisamente contestata in Calabria (da “ignoranti” secondo l’Amministratore Delegato, Bocchiola) e in Svizzera per un impianto simile a quello che ha proposto tra Morcone, Pontelandolfo e Campolattaro, sta ripensando all’investimento nel Sannio.

Repower che ha chiuso i primi sei mesi del 2014 con una flessione dell’utile dell’86% e nel frattempo ha già rinunciato al servizio di distribuzione in Germania con la perdita di molti posti di lavoro, sostiene di essere in crisi profonda per colpa del mercato. In sintesi: c’è meno bisogno di energia elettrica, ci sono più concorrenti, sono diminuiti i rischi di blackout e quindi non è conveniente investire per speculare sul prezzo di vendita dell’energia elettrica.

Gli Svizzeri pensano ai soldi naturalmente, ma in provincia di Benevento tutti quelli che si sono innamorati del progetto, delle promesse, delle speranze di affari, delle illusioni di posti di lavoro e del tornaconto politico si sentono improvvisamente orfani al punto che il Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro propone, anche con il convegno di domani, di sostenere la Repower.

Il rappresentante del Governo, vanto del centro sinistra sannita, arriva addirittura a proporre di chiedere alla Terna (la società pubblica che ha già combinato nel Sannio parecchi guai con elettrodotti aerei ed interrati), di contribuire alla spesa. Insomma dovrebbero essere i cittadini, noi compresi, a pagare la realizzazione di un’opera che non convince più neppure il proponente, per devastare il territorio che è l’unica risorsa che abbiamo.

Domani assisteremo alle alchimie dei maestri di squadrette, compassi e intrecci politico-affaristici.

Benevento, 14 settembre 2014

 

Gabriele Corona Alessandra Sandrucci Vincenzo Fioretti

 

Condividi su:
  • Twitter
  • Facebook

© Altrabenevento

Scroll to top