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Aceto come Cetto Laqualunque è la caricatura di un amministratore pubblico. Si rifiuta di spiegare l’adesione alla centrale elettrica sotterranea.

Comunicato stampa del 10 ottobre 2012
L’assessore all’ambiente della Provincia, Gianluca Aceto, ha risposto in modo scomposto, come al solito, alle critiche che gli abbiamo rivolto per il suo assenso al progetto di centrale elettrica sotterranea che la società svizzera Repower vorrebbe realizzare tra Morcone e Pontelandolfo, utilizzando l’acqua della diga di Campolattaro. Per presentare l’opera è stata organizzata la mostra sul “Parco delle quattro acque”, suggestivo allestimento che però nasconde la complessità del progetto e l’impatto devastante sul territorio.
Per produrre i 600 mega watt di energia elettrica, l’acqua dovrebbe essere pompata fino ad un invaso artificiale da costruire a quota superiore a quella della diga, da dove dovrebbe ridiscendere a velocità per fare girare le turbine. Sono previste varie opere sotterranee la più grande delle quali, quella destinata alle turbine e agli impianti di trasformazione, ha le dimensioni di un palazzetto dello sport (90 mt. x 45 mt. x 50 metri di altezza) e dovrebbe essere costruita a 500 metri di profondità. Per realizzare le condotte d’acqua e le gallerie, lunghe 15 chilometri, del diametro variabile dai 5 ai 10 metri anche per consentire il passaggio di camion, le montagne della zona saranno trivellate in varie direzioni con la movimentazione di diversi milioni di metri cubi di terra con un impatto insostenibile per le strade rurali, i campi coltivati, le aree di pascolo, il monte Calvello e la sua faggeta, luoghi di grande interesse storico, culturale, paesaggistico e naturalistico che un gruppo di giovani di Pontelandolfo si sforza da anni di tutelare e valorizzare.
L’invaso artificiale è previsto in località Monte Alto tra Morcone e Pontelandolfo, che adesso funziona come “inghiottitoio” di acqua piovana e neve disciolta per alimentare diverse sorgenti naturali. Quaranta ettari di terreno saranno impermeabilizzati per contenere 7 milioni di metri cubi di acqua pompati in salita dalla diga di Campolattaro. Infine è prevista la costruzione di un elettrodotto di alta tensione lungo 27 chilometri che attraverserà i comuni di Morcone, Pontelandolfo, Fragneto Monforte, Campolattaro fino alle centrali elettriche di Benevento.
Naturalmente la “Mostra delle quattro acque” non spiega nulla di tutto questo e neppure lo fa l’assessore all’ambiente della Provincia, Gianluca Aceto il quale, come ha fatto a proposito di PTCP e stravolgimento dei “corridoi ecologici”, del piano industriale per i rifiuti e i fondi sperperati della Samte, la cassa integrazione illegittima per i lavoratori dei consorzi rifiuti, l’uso dell’auto blu della Provincia per accompagnare al mare Cimitile, invece di rispondere nel merito, attacca con livore Altrabenevento utilizzando falsità e argomentazioni assolutamente fuori contesto.
Così facendo Aceto, assessore di Sinistra Ecologia e Libertà, dimostra che la sua concezione della democrazia e del confronto con i cittadini amministrati, è pari a quella di Cetto Laqualunque. Deve però convincersi che finchè sarà assessore, pagato con i fondi pubblici, deve dare spiegazioni e spiegare, ad esempio, perchè quando parla di trivellazioni petrolifere, denuncia pubblicamente e giustamente le “potenti lobby” che puntano a distruggere il territorio, ma poi si risente quando gli facciamo notare che il progetto della centrale elettrica sotterranea e devastante prevede investimenti per 700 milioni di euro da parte della società svizzera Repower, per il 46% di proprietà del Centone dei Grigioni. La stessa società ha realizzato anche il parco eolico che Aceto definisce “selvaggio” di Ginestra degli Schiavoni ed è stata recentemente multata dall’Antitrust per aver concordato con altre società la fornitura elettrica “programmata” che ha prodotto a Terna un danno di quasi un milione di euro.
Aceto invoca, ironicamente, l’indagine della Procura della Repubblica, ma intanto farebbe bene a guardare l’inchiesta giornalistica con la quale la televisione svizzera (e non le testate che ricevono finanziamenti dalle lobby) denuncia i metodi di Repower che per organizzare il consenso intorno al progetto di centrale a carbone in Calabria, ha pagato manifestanti provocatori contro gli ambientalisti.
Torneremo, naturalmente sul progetto di Centrale Elettrica sotterranea, che viene portato all’attenzione della collettività solo grazie a noi, ma intanto vorremmo che qualcuno spiegasse quanto ha pagato Repower per “la mostra delle quattro acque”, alla quale è intervenuto addirittura il presidente della Regione Caldoro assente in altre occasioni ben più importanti, e quanto costa la pubblicità su varie testate giornalistiche locali.

Il presidente – Gabriele Corona

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