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Rescindere il contratto per la mensa scolastica. Ecco le prime tre violazioni.

Comunicato stampa del 19 febbraio 2015

Tre segnalazioni al sindaco Fausto Pepe e al dirigente Giuseppe Moschella, distratti controllori della mensa scolastica, per rescindere il contratto tra Comune e Ristorò.

Il sindaco Fausto Pepe e il comandante della Polizia Municipale-Dirigente del Settore Servizi al Cittadino, Giuseppe Moschella, dopo le segnalazioni sulla scarsa qualità del servizio mensa da parte di diversi genitori e le denunce di Altrabenevento su molte anomalie ed irregolarità, continuano a ripetere di non aver trovato motivi per rescindere il contratto con la Ristorò.
Il sindaco, però, di contro, non riesce ad assicurare che il servizio è di buona qualità considerato le lamentele sempre più numerose da parte dei genitori. Pertanto ha passato la patata bollente ai Dirigenti Scolastici chiedendo di relazionare sulla ragioni che spingono gli utenti a rinunciare al servizio. Strana richiesta che sembra finalizzata, soprattutto, a sapere per quale ragione nelle scuole si consente a molti bambini di mangiare panini o pasti portati da casa.
Le mamme però non demordono e scavalcando quei rappresentati dei genitori che finora hanno “rappresentato” soprattutto le ragioni della Ristorò e del Comune, continuano ad insistere per poter assaggiare il cibo a scuola dopo la permanenza per diverse ore nelle vaschette di plastica. Alla Scuola San Filippo, ad esempio, a seguito di regolare assemblea tra numerosi rappresentati di classe, il comitato di genitori assaggia i pasti quotidianamente e riempie le schede di valutazione secondo i parametri indicati dalle direttive europee.
Intanto, Altrabenevento dopo aver denunciato le “anomalie” relative alla mancata idoneità dei locali, all’utilizzazione di personale non autorizzato e alla consistenza dei pasti, segnala al sindaco che finora si è preoccupato di trovare “pezze a colori” per giustificare la Ristorò, 3 (tre) ulteriori motivi per la rescissione del contratto.
Il primo riguarda i tempi di consegna dei pasti. La Ristorò scrive sulle etichette del pasto “Da consumarsi entro 2 ore dalla nostra consegna” ma il Capitolato Speciale di Appalto prevede tutt’altro. Si legge infatti all’articolo 7 di tale documento “La ditta affidataria dovrà impegnarsi, per tutta la durata dell’appalto, alla fornitura dei pasti confezionati caldi e preparati nello stesso giorno nel proprio centro di cottura, al trasporto ed alla distribuzione, entro e non oltre 20 minuti dal confezionamento, con idonei contenitori ….”.
Invece, le vaschette con i “secondi” (carne, pesce, ecc.) vengono confezionate, chiuse e sigillate con il cellofan, tra le 8 e le10 del mattino e poi consegnate alle scuole alle ore 12. I bambini delle materne mangiano a mezzogiorno e quelli delle elementari alle 13 dopo che il pasto è rimasto nella plastica per oltre 3 o 4 ore, invece dei 20 minuti consentiti. Come mai di questa ulteriore palese violazione non si sono accorti il sindaco e il dirigente che ha firmato quel contratto?

Seconda violazione. Sempre l’articolo 7 del Capitolato Speciale di Appalto, a pag.6, alla voce DIETA, prevede: “L’appaltatore si obbliga al pieno rispetto delle quantità previste negli schemi dietetici, di cui agli allegati al presente capitolato speciale di appalto e all’utilizzazione di prodotti freschi, ad esclusione dei prodotti ittici che possono essere anche surgelati, le cui caratteristiche merceologiche siano tali da caratterizzarli come alimenti di ottima qualità”.
Invece i bastoncini di pesce della Ristorò contengono l’addensante E464 Idrossipropil-metil cellulosa e il colorante E160b Annatto-bissina, norbissina, (come indicato sull’etichetta che le mamme non possono fotografare ma già pubblicata da Altrabenevento) assolutamente sconsigliati per i bambini e che infatti non sono presenti nello stesso prodotto di note case produttrici, ad esempio Findus e Orogel. Quindi i bastoncini di pesce serviti dalla Ristorò non sono “surgelati di ottima qualità”. Non se ne sono accorti neppure i solerti funzionari della ASL?

Terza violazione. Sempre l’art. 7 del Capitolato Speciale di appalto- alla voce DIETA, dopo aver imposto prodotti FRESCHI, precisa “Non è consentito l’uso dei prodotti congelati e di precotti surgelati o che abbiano subito altro processo di conservazione a lungo termine. L’utilizzo di detti cibi comporta la risoluzione “ipso facto” del contratto senza che vi sia alcuna preventiva comunicazione”.
Invece, normalmente le verdure servite dalla Ristorò sono SURGELATE, com’è scritto anche sulle etichette, e le patate servite il 10 febbraio erano PRECOTTE.

Adesso Fausto Pepe e Moschella si decidono a rescindere il contratto “ipso facto” o dobbiamo continuare a segnalare una violazione al giorno?

Per Altrabenevento, Gabriele Corona

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